Nello specifico, la presenza di zone più calde e più fredde nelle foto termografiche, evidenzia un isolamento non omogeneo delle superfici, con conseguente dispersione di calore. Problema significativo in inverno con temperature esterne rigide ma anche d’estate, con uno scarso comfort all’interno delle abitazioni. Nei diversi edifici è chiaramente visibile la non uniforme distribuzione delle temperature, che variano tra i 3 e i 6 gradi, con particolari dispersioni in corrispondenza di pilastri, solai, balconi (indice di una scarsa correzione dei ponti termici), nelle stesse superfici di tamponamento (indice di un non uniforme isolamento). Tutti problemi riconducibili a difetti di progettazione e di costruzione, di scelta dei materiali e di messa in posa. Se questi edifici fossero stati controllati con attenzione e sottoposti ad analisi tipiche dei protocolli di certificazione, questi errori si sarebbero potuti evitare.
“E’ un’occasione persa” commentano Francesca Aloisi presidente del circolo di Legambiente L’Aquila e Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale “soprattutto perché per la realizzazione di questi alloggi sono stati investiti molti soldi pubblici. In questi edifici si hanno condizioni di scarso comfort per le famiglie, sia d’inverno che d’estate, malgrado dovessero essere modelli esemplari per i sistemi di costruzione grazie ai pannelli solari termici e a diverse tecnologie di efficienza energetica. Certo il problema non riguarda solo le nuove abitazioni dell’Aquila e per questo chiediamo a Governo e Regioni che siano introdotte regole chiare e controlli per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Perché non c’è più alcun motivo per non costruire in “Classe A” di certificazione, ossia con la giusta attenzione a quei criteri di sostenibilità e efficienza che consentono una migliore qualità della vita e di azzerare la spesa in bolletta dei cittadini”.