Tra loro, l’ex provveditore Giovanni Guglielmi e l’ingegnere Carlo Strassil. In particolare, il procedimento è nato da uno stralcio del maxi piano di interventi da 220 milioni per la messa in sicurezza delle scuole nel cosiddetto “cratere” sismico deciso dall’allora commissario per la ricostruzione, l’ex presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi.
Le assoluzioni sono state decise dal collegio di magistrati che ha accolto la richiesta dell’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Stefano Gallo, lo stesso che da facente funzioni nel 2012 diede notizia dell’inchiesta, denominata semplicemente “Appalti”.
Nell’ottobre 2012, l’inchiesta aveva visto nove indagati e destò scalpore sia per il tema sia per il coinvolgimento dell’ex provveditore Guglielmi, all’epoca colpito da obbligo di presentarsi alla polizia Giudiziaria del Comune di Roma. Un secondo provvedimento restrittivo, quello degli arresti domiciliari, era scattato anche per Strassil, titolare della società di progettazione Cra.
“Eravamo convinti che un processo davvero giusto non potesse che riconoscere l’innocenza dei nostri assistiti – dichiara l’avvocato Fabio Viglione, difensore di Strassil – che in un momento storico drammatico per il territorio e il Paese tutto operarono con abnegazione e per il bene comune”. Per l’avvocato Massimo Bevere, difensore di Guglielmi, “oggi, finalmente, il Tribunale ha riconosciuto il merito del loro operato, facendo prevalere addirittura l’assoluzione nel merito dei fatti alla declaratoria della prescrizione”.
I provvedimenti restrittivi erano stati firmati dal giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta del pubblico ministero Antonietta Piccardi, mentre le indagini erano state svolte dai carabinieri del Ros, come fu reso noto un comunicato dell’allora procuratore della Repubblica facente funzioni, che era proprio Stefano Gallo.
“È stato provato – si leggeva nel comunicato a firma di Gallo – che le società riconducibili a Strassil fossero già presenti sul territorio aquilano a rilevare danni subìti alle scuole ben prima che fosse regolarmente indetta la procedura di gara per assegnare le opere pubbliche in questione e che ciò sia avvenuto per un accordo diretto tra lo Strassil e il Provveditore alle opere pubbliche. Un’ipotesi accusatoria smentita dai successivi accertamenti se è vero che la stessa accusa ha chiesto e ottenuto le assoluzioni. Nel luglio 2015 il rinvio a giudizio, con le accuse di concorso in abuso d’ufficio per Guglielmi, Strassil e per il lavoratore del provveditorato Giuliano Genitti. Strassil e Genitti erano imputati, insieme al geometra Filippo Di Giacomo, ex assessore a Barete in servizio alla direzione centrale di Roma del Provveditorato, e a Giorgio Vecchiarelli, collaboratore della società R&L, anche per il reato di falso in concorso. Al termine dell’udienza preliminare era caduta l’accusa di turbativa d’asta e finita prescritta quella di irregolarità dei subappalti. Per altri 4 indagati, inoltre, era stato dichiarato il non luogo a procedere. Oggi è arrivata l’assoluzione per tutti gli altri