La delegazione, rappresentata dal Vice Segretario regionale Mauro Nardella e dai componenti della Segreteria Provinciale Gianni Allegritti e Vincenzo Rossi, ha cercato di constatare ciò che di buono e che di meglio potrebbe essere fatto all’interno del carcere avezzanese.
‘Quella che abbiamo trovato è una situazione ambivalente – afferma il capo delegazione Mauro Nardella – Se da un lato, infatti, non possiamo che evidenziare lo stato di grazia nel quale versa il penitenziario a cominciare dall’aspetto strutturale tenuto in ottimo stato di pulizia e comfort per continuare con quello meramente amministrativo; dall’altro abbiamo dovuto fare i conti con una carenza di organico sempre più pressante e pesante ed aggravata da un’età media dei poliziotti che si aggira intorno ai 50 anni e quindi tra le più “anziane” d’Italia.
La visita ha avuto inizio con uno scambio di vedute con il Direttore oltre che con il comandante di reparto ed il suo il Vice. Con essi si sono condivise molte cose tra le quali il riconoscimento della qualità dell’operato all’interno della struttura da parte di tutti gli operatori siano essi di polizia penitenziaria che facente capo al comparto ministeri e che di fatto relegano il loro operato a modello da esportare in altri ambiti penitenziari.
Un carcere modello ove l’art. 27 della Costituzione trova una corretta applicazione grazie anche al saggio contributo dei componenti dell’Area educatori la cui posizione, purtroppo, potrebbe accusare una ricaduta in negativo a seguito di una non condivisa decisione di utilizzare part-time uno degli educatori ad essa destinata impropriamente condiviso con la casa circondariale dell’Aquila a seguito di una discutibile decisione presa dagli uffici regionali competenti.
La situazione- continua Nardella- potrebbe complicarsi nel futuro se non si metterà mano all’organico di polizia penitenziaria. Rispetto ai 70 agenti presenti nella struttura in occasione della sua riapertura avvenuta nel 2014 , oggi si contano solo 46 unità 27 delle quali con circa 30 anni di “carcere” sulle spalle. Fra qualche settimana la situazione subirà un aggravamento per via di 4 pensionamenti oramai solo da ratificare.
La grave carenza di organico- prosegue il sindacalista- la si riesce a notare meglio guardando alla concessione dei diritti soggettivi e ai carichi di lavoro ai quali i poliziotti devono sottostare. Si contano a tal proposito 6284 ferie in arretrato che sommate a quelle da fruire nel 2017 fanno ben 10.369 giorni di riposo ancora da concedere ai 46 baschi blu. P
er quanto attiene il carico di lavoro non si può non evidenziare un deflazione numerica del personale utilizzata nei vari quadranti orari e che ha reso e renderebbe, qualora fosse procrastinata nel tempo, estremamente difficoltosa la gestione di qualsiasi emergenza.
Vale la pena ricordare che in occasione di una delle ultime scosse di terremoto sì è visti impegnati nell’applicazione del piano di emergenza sole 3 unità di polizia penitenziaria salvo poi essere integrate da integerrimi colleghi prontamente accorsi.
Un carcere in salsa agrodolce insomma- chiosa Nardella- al quale va certamente riconosciuto il merito di essere tra i migliori sinora visitati dal sottoscritto ma che andrebbe maggiormente salvaguardato e non messo in difficoltà da politiche amministrative da parte degli organi regionali e/o nazionali e che potrebbero in breve trasformare in un inferno quella che non è sminuente affermare essere una perla di assoluto valore’, conclude Nardella.