Lo scrivono, i un comunicato, il Colletivo Asilo Occupato e l’associazione ArtQUake.
“In questi anni l’Asilo Occupato è diventato lo spazio in cui sono transitate migliaia di persone, avanguardia di sperimentazioni culturali, sede di laboratori artigianali ed artistici, serate di musica e danza dalla tecno al tango, cineforum che nel tempo hanno passato centinaia di film nella sala Monicelli, mostre frequentate e riconosciute anche a livello istituzionale.
L’asilo – si legge nella nota – è una struttura enorme e difficile da gestire ma gli attivisti che lo hanno occupato ed autogestito sono riusciti a fare tutto questo da soli, nel freddo, senza un soldo pubblico. Il palazzo è stato occupato nel gennaio 2011, perchè era stato abbandonato nonostante avesse ben resistito al sisma del 2009.
Grazie all’occupazione si è accesa l’attenzione sull’Asilo, il Comune ha promesso lavori di riqualificazione, utilizzando i fondi Meloni legati ai giovani. Gli occupanti non si sono mai opposti alla riqualificazione, ci mancherebbe, la auspichiamo tutti nel bene comune nostro e della città.
Siamo infatti per la messa in sicurezza totale e reale dell’Aquila e di tutto il Paese. Solo che, arrivati al 2017, con un nuovo sciame sismico in corso, l’Amministrazione quei lavori non li ha mai neanche iniziati e l’Asilo si ritrova come al 6 aprile 2009, nell’impossibilità di svolgere le attività sociali e culturali che portate avanti fino al 18 gennaio e senza un luogo dove stare.
La città ha la stessa fame di spazi sociali di sempre, che il terremoto non può fermare, almeno che non si scelga di andar via e contribuire allo spopolamento del nostro territorio. Cosa che non possiamo accettare. Nella drammatica situazione di disgregazione sociale e di precarietà in cui viviamo, di spazi come l’Asilo o CaseMatte – affermano il Collettivo e l’Associazione – questa città ne ha un grande bisogno e non può accettare di perderne neanche un metro.
Chiediamo quindi all’amministrazione, che in questi sei anni non si è opposta all’occupazione, di trovare subito una soluzione a tutto questo, mettendo a disposizione spazi agibili per le attività ad oggi sospese”.