L’Aquila. Luigi Marrone ha 95 anni ed è l’unico indagato, ancora in vita, per il crollo dell’edificio in via Poggio Santa Maria, in centro storico all’Aquila, dove 19 persone hanno perso la vita nel terremoto del 2009.
Secondo il perito nominato dal Tribunale, l’anziano imprenditore di Scoppito non può essere processato per una serie di problemi di salute. La perizia depositata questa mattina sarà discussa nell’udienza del 25 novembre, data in cui si concederà una proroga di altri sei mesi per verificare se le condizioni dell’ imputato possono migliorare con il passare del tempo. L’anziano è l’unico sospettato solo perché l’unico ancora in vita tra le persone che, secondo la procura, avrebbero avuto responsabilità nella realizzazione del palazzo. Si tratta di architetti e ingegneri che sono morti diversi anni fa.
Per Marrone i reati ipotizzati sono quelli di omicidio colposo plurimo e lesioni gravi. Negli anni ‘60, era committente e intestatario della concessione del palazzo di quattro piani. Quindici le parti civili, compreso il Comune dell’Aquila, che ha chiesto un risarcimento di un milione di euro. I racconti dei pochi superstiti sono stati terribili: una studentessa riminese di 20 anni, Eleonora Calesini, fu estratta viva dopo quasi due giorni dal crollo. La perizia del Pm sostiene che alla base del crollo ci sono difetti nella progettazione, uso di materiali scadenti, la controperizia della difesa, disposta su iniziativa degli avvocati Ernesto Venta e Massimiliano Venta contempla altre considerazioni di segno opposto.