L’Aquila. ‘A seguito di recenti disposizioni volte a mettere in pratica quanto dalla circolare GDAP PU 146311 del 29.04.2016 previsto, sembrerebbe che l’Amministrazione Penitenziaria, anche per l’Istituto Aquilano, vorrebbe mettere mano nel portafoglio dei dipendenti anche se, alcuni agenti, sono loro malgrado costretti a dover far uso della caserma per poter garantire il servizio’.
Lo afferma in una nota Mauro Nardella, segretario generale Uilpa Polizia Penitenziaria dell’Aquila, riguardo al pagamento oneri caserma agenti della Casa Circondariale.
‘Evidentemente all’Amministrazione sfugge un particolare e non certo poco importante. Nel 2009, glielo vogliamo ricordare, un evento nefasto ha drammaticamente caratterizzato, e tuttora lo sta facendo, lo scenario sociale della Comunità aquilana.
Molte sono le famiglie senza casa e costrette a vivere nelle c.d. New Town a seguito del terribile sisma che ha sconvolto lo scenario non solo orografico ma anche e soprattutto sociologico.
Altrettante sono quelle che avrebbero voluto, ma di fatto non possono, vivere in una casa accogliente e che ricordi almeno vagamente quella nella quale li ha visti crescere.
Pur di trovare un qualcosa di similare, molti aquilani sono andati alla ricerca di un’abitazione da prendere in affitto, che desse delle garanzie in tal senso e, soprattutto, non mettesse in pericolo gli stessi da possibili, così come è già avvenuto, crolli.
L’Amministrazione dovrebbe sapere, ma evidentemente fa finta di non saperlo, che trovare un alloggio in affitto in un contesto come quello dove insita la Casa Circondariale dell’Aquila più che difficile risulta impossibile.
Invece di andare incontro a costoro cosa fa l’Amministrazione Penitenziaria italiana? Vorrebbe riscuotere pigioni anche da persone che, malgrado siano state martoriate nel corpo e nella mente da un così terribile evento, non esitano a garantire il proprio dovere in uno degli istituti di pena più pericolosi d’Italia con spirito di sacrificio ed innata abnegazione.
Da una situazione del genere mi viene in mente un concetto studiato ai tempi di scuola e che fa capo al significato di parassitismo (Il parassitismo è una forma di simbiosi, ma a differenza della simbiosi per antonomasia (s. mutualistica), il parassita trae un vantaggio (nutrimento, protezione) a spese dell’ospite, creandogli un danno biologico.
Questa è la condizione, infatti, che molto probabilmente ( vista la rabbia scatenata dagli accesi dibattiti che già si stanno avendo a seguito dell’ispezione inviata dagli Uffici di Roma e volta ad accertare la situazione amministrativa della caserma aquilana) si manifesterebbe qualora dovesse essere portata avanti questa opinabile politica della Amministrazione Penitenziaria nei confronti dei colleghi aquilani’, insiste Nardella.
‘A tutto quanto sopra, così come riferito dai responsabili GAU (Gruppo Aziendale Uil) della struttura Gianni Allegritti e Vincenzo Rossi, ai quali va il mio personale ringraziamento, va altresì ricordato lo stato di autentico abbandono nel quale si trova l’attuale caserma.
Ascensori non 2 funzionanti, muri scrostati, servizi igienici scandalosi, manutenzione ordinaria del tutto assente.
Ma l’aspetto più scandaloso sta nel fatto che un detenuto ristretto nel carcere dell’Aquila ha più spazio a disposizione nella sua cella rispetto a un agente nella sua camera.
Infatti i colleghi aquilani sono costretti a vivere, spesso in due ed in pochissimi metri quadrati.
Spazio di sicuro inferiore rispetto a quello che ha portato la CEDU ad emanare una sentenza che sta di fatto prosciugando le casse statali a seguito delle continue richieste di risarcimento danni avanzate dai detenuti. l’Agente di Polizia Penitenziaria invece non solo non può chiedere il risarcimento ma deve addirittura pagare.
1. Dice NO alla richiesta assurda di pagare per garantire il proprio servizio;
2. Dice NO al mantenimento di condizioni di vivibilità della caserma così assurde;
3. dice NO ad un’Amministrazione Penitenziaria che pur conoscendo la condizione dei colleghi aquilani sta facendo finta di niente.
– lo stralcio per tutti gli istituti penitenziari ricadenti nelle zone terremotate di quanto previsto dal DPR del 15 novembre 2006, n. 314;
– l’ampliamento delle stanze e ripristino della normale vivibilità delle stesse con l’attivazione di tutte le procedure di manutenzione previste;
– il rispetto di tutte le condizioni previste dal d.lgs n.81/2008 in materia di salubrità e sicurezza.
Si fa presente sin da ora che sino a quando non si avranno risposte risulta indetto lo stato di agitazione di tutto il personale’, conclude.