L’Aquila. “Nel sistema della ricostruzione post sisma si evidenziano delle incongruenze che vanno sanate. Siamo di fronte a una fenomeno in crescita in provincia dell’Aquila: la dequalificazione professionale, contrattuale e retributiva dei lavoratori impegnati nei cantieri edili”.
“Un argomento”, spiega Sangermano, “sottoposto anche all’attenzione dell’Osservatorio sulla ricostruzione, istituito in Prefettura su proposta della nostra Organizzazione sindacale. Registriamo una crescente dequalificazione della manodopera impiegata nei lavori post sisma, sia dal punto di vista professionale che retributivo, con grave danno per le prestazioni aggiuntive erogate dal sistema delle casse edili locali.
Altro nodo da sciogliere, evidenziato anche dall’Associazione costruttori (Ance), è quello relativo allo scarso coinvolgimento delle ditte locali, a tutto vantaggio di grandi gruppi che arrivano da fuori cratere e da fuori Regione, che nell’immediatezza dell’emergenza hanno fatto man bassa di lavori finendo, poi, in concordato e mettendo in crisi subappaltatori e fornitori”.
“A questo”, denuncia la Cisl, “si aggiunge la sostituzione di manodopera effettuata da alcune imprese, con il licenziamento dei dipendenti diretti a favore dell’utilizzo di cottimisti e subappaltatori che provengono da altre zone del Paese, mettendo fuori gioco i lavoratori del territorio.
Monitoraggio”, sottolinea Sangermano, “che viene inibito dall’introduzione nel resto d’Italia, eccezion fatta per il cratere sismico, del Dol, documento che attesta la regolarità contributiva, che ha sostituito il Durc, impedendo di fatto l’incrocio dei dati anche in provincia dell’Aquila e lasciando un margine di manovra più ampio a quelle imprese edili che oprano ai margini della normativa vigente.
Il Durc, infatti, consente un maggiore controllo, anche attraverso gli Enti bilaterali, della congruità della manodopera degli appalti”.
Secondo il segretario provinciale della Cisl, “il rilancio e lo sviluppo del territorio aquilano non può prescindere dal rapporto tra formazione, occupazione e attrazione di investimenti nel campo della ricerca industriale, ma in tutto questo”, conclude, “a giocare il ruolo più forte è ancora l’edilizia legata alla ricostruzione, che può e deve produrre economica, lavoro e sviluppo nel più grande cantiere d’Europa e in una regione, l’Abruzzo, che continua a vivere l’emergenza terremoto”.