L’iniziativa, promossa dall’assessorato all’Ambiente del Comune dell’Aquila, servirà ad approfondire le ragioni che sono alla base della scelta, da parte della Snam, di far passare la rete sulla dorsale appenninica che va da Brindisi a Minerbio (Bologna), passando per i territori comunali di Sulmona e L’Aquila e i motivi della mobilitazione dei rappresentanti istituzionali e delle popolazioni dei territori interessati, attraverso comitati spontanei, per portare avanti le ragioni del no all’infrastruttura. Anche il Comune dell’Aquila si oppone alla strategia scelta da Snam di far passare il metanodotto nelle aree interne.
Gli esperti e gli accademici illustreranno la situazione da un punto di vista della salute (Maurizio Proietti, ricercatore dell’Isde Italia-Medici per l’ambiente), dell’ambiente (Gianni Tamino, dell’Università di Padova), del rischio sismico (Alberto Pizzi, dell’università di Chieti), dell’Energia (Erasmo Venosi, docente universitario di Fisica nucleare) e della Sostenibilità (Antonello Ciccozzi, dell’università dell’Aquila). Si parlerà anche degli aspetti giuridici della vicenda, con Giovanni Delipieri e Maria Cristina Cecchini.
Nutrito il gruppo dei parlamentari invitato alla manifestazione. Tra questi, l’europarlamentare Niccolò Rinaldi, i deputati Giovanni Lolli, Paola Pelino, Walter Verini, Massimo Vannucci e Augusto Di Stanislao e i senatori Felice Belisario e Alfonso Mascitelli. “Alcuni di loro – ha spiegato l’assessore all’Ambiente del Comune dell’Aquila, Alfredo Moroni – ha già portato il problema, attraverso relazioni dettagliate e dati inconfutabili, nelle aule parlamentari. Questo convegno – ha detto ancora Moroni, che è anche coordinatore del comitato antigasdotto – rientra nell’ambito delle iniziative concordate con il comitato che si oppone alla realizzazione dell’infrastruttura, allo scopo di dare forza, visibilità e concretezza alle ragioni dei territori interessati. Nell’iniziativa di domenica dimostreremo a tutti, con interventi e relazioni che poggiano su solide basi tecniche e scientifiche, che la nostra opposizione non è fondata sull’incondizionata volontà di dire no, ma ha delle motivazioni supportate da esperti dei vari settori che sono coinvolti in questa operazione. Del resto, è ben chiaro a tutti che tale progetto determinerebbe la costruzione di un vero e proprio ecomostro, se si considera l’impatto ambientale che il gasdotto avrebbe nel nostro territorio. Basti pensare che il percorso della rete va da Paganica ad Arischia, passando per aree protette. Senza sottovalutare, ovviamente, il gravissimo problema del rischio sismico, estremamente preoccupante, come purtroppo abbiamo avuto modo di riscontrare sulla nostra pelle”.