Nei giorni scorsi, infatti, è stato attivato il parto indolore, servizio aggiuntivo dei reparti di ostetricia, a richiesta della partoriente, già praticato da alcuni mesi all’ospedale di Sulmona.
La donna inala una miscela composta da protossido di azoto e ossigeno che attenua di molto il dolore, agendo come un analgesico sulla muscolatura. Si tratta di un approccio al parto che non comporta anestesia e che, con semplici inspirazioni, abbassa il tasso di sofferenza ai minimi termini.
La pratica della nascita indolore consiste infatti nel respirare la miscela gassosa che agisce sulla muscolatura femminile all’atto della nascita. Prima di entrare in sala parto, la donna decide se avvalersi o meno dell’effetto analgesico. Tramite un erogatore automatico il misto di azoto e ossigeno viene inalato dalla partoriente che lo assume a proprio piacimento, inspirandolo attraverso un’apposita mascherina.
Un sistema che, proprio perché non implica il ricorso all’anestesia, è semplice, efficace e assai gradito dalle partorienti, a giudicare dai primi riscontri, del resto già registrati a Sulmona. All’ospedale di Avezzano il parto indolore ha fatto il suo debutto il 22 luglio scorso e all’Aquila il 25.
Nel reparto di ostetricia dell’ospedale marsicano, diretto da Giuseppe Ruggeri, dal 22 luglio scorso a oggi sono state 10 le donne che si sono avvalse del parto senza dolore. Identici numeri al San Salvatore di L’Aquila, il cui reparto è diretto dal prof. Gaspare Carta: su entrambi i fronti, Marsica e aquilano, le donne si sono mostrate assai appagate degli effetti rilassanti riscontrati.
“Il parto indolore”, dichiara Sandra Di Fabio, direttore dipartimento materno infantile della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, “costituisce un’opzione aggiuntiva a beneficio delle donne che intendono usufruirne e che contribuisce ad arricchire l’insieme delle prestazioni già assicurate dai reparti presenti negli ospedali della provincia”.
L’avvio nei giorni scorsi della nascita ‘soft’, all’Aquila e Avezzano, darà un impulso aggiuntivo all’attività, spostando ancora verso l’alto l’asticella della qualità dei due reparti che insieme fanno registrare ogni anno circa 2.200 nascite, con quote di utenti anche da fuori regione.