Le parole pronunciate ieri dall’assessore comunale, che ha accusato la Fondazione 6 aprile per la vita di “gettare fango su tutto e tutti”, non sono affatto cadute nel vuoto, creando sdegno e malumori non solo tra i componenti della Fondazione, ma anche tra i cittadini.
Come Massimo, che affida alle parole scritte in una lettera, il dolore che vive da quella notte. “Chi le scrive è una persona che quella maledetta notte ha perso una moglie meravigliosa e due figli altrettanto splendidi e non le permette assolutamente di dire quelle parole in risposta al presidente della Fondazione 6 aprile, Vincenzo Vittorini, colpito altrettanto duramente. Noi non gettiamo fango addosso a nessuno, lei farebbe bene a riflettere prima di proferire tali ignobili frasi, specialmente nel rispetto di quei 309 martiri che si sono immolati pagando per colpe non proprie, ma di chi non ha fatto il suo dovere fino in fondo. Noi non volevamo sapere l’ora esatta del terremoto, ma, come semplici cittadini, chiedevamo di sapere dove trovare riparo in caso di pericolo e cioè quale fosse il piano di protezione civile della città. Cosa che non solo non ci è stata comunicata allora, ma che non ci viene detta neanche adesso alla luce delle ultime scosse e dopo 23 mesi dal sisma distruttivo. Le dirò di più, da un incontro informale avuto con il sindaco Cialente, alla mia domanda sul perché al campo sportivo Centi Colella ci fosse il circo equestre quella maledetta notte, invece della sistemazione di tende dove la cittadinanza avrebbe potuto trovare riparo, mi è stato risposto dallo stesso: meno male che c’era il circo, almeno il tendone ha ospitato i terremotati. Caro assessore, le chiedo rispetto per delle persone che hanno perso tutto, ma non la dignità e sono sempre più convinto che forse la giustizia terrena non ci darà merito, ma quella Divina sicuramente si”.
Parole dure, che nascono da un cuore spezzato per la perdita di una moglie e due figli, in una parola, della ragione di vita di un uomo. Un uomo che non può dimenticare, ma di certo può tornare a dare un senso alla propria vita, in nome di una donna che tanto ha amato e in nome di quei figli che, seppur nella loro breve vita, hanno rappresentato un valore aggiunto. Che ora non c’è più.
Quella stessa voglia di rinascere che si legge negli occhi dei giovani aquilani, rinfrancati, almeno nelle apparenze, da una possibile rinascita di un centro di aggregazione a loro dedicato, annunciato nei giorni scorsi dal vice presidente del Consiglio Regionale, Giorgio De Matteis, e dall’assessore comunale Stefania Pezzopane.
“Nel settembre 2009” ricorda Antonio Massena, direttore artistico de L’Uovo Onlus Teatro Stabile di Innovazione “abbiamo proposto l’installazione di una tensostruttura che potesse fungere da sala teatrale provvisoria, ma che fosse anche fruibile dai cittadini come luogo di ritrovo, indipendentemente dalle attività di spettacolo. Per allestire il teatro tenda sarebbe bastato che il Comune indicasse un luogo in cui collocarlo, dato che la tensostruttura in sé sarebbe stata donata dal Consorzio Teatro Stabile di Puglia, dalla Fondazione Casillo, dal Molino Casillo e dal Teatro dei Borgia, non andando così ad intaccare i fondi pubblici. Dopo alcuni colloqui e diversi mutamenti di idea, la proposta della municipalità fu di sistemare la struttura all’interno del parco del Forte Spagnolo: una strada impercorribile questa, sia per una questione di competenze sia perché per portare a compimento la realizzazione dell’opera sarebbe stato necessario sfrattare i container che ospitano la Società Aquilana dei Concerti Barattelli, nonché far abbattere alcuni alberi secolari. L’Uovo è sempre in attesa di risposte valide e di un incontro, anche per il discorso, rimasto in sospeso dal maggio 2009, della sede permanente. In ogni caso, se ci fosse la volontà di usufruirne, la disponibilità della tensostruttura resta intatta”.
La replica dell’assessore Roberto Riga. ”Sono stupito e amareggiato per l’interpretazione che è stata data ad una mia comunicazione, inoltrata ieri al solo di scopo di fornire alcune precisazioni in ordine all’attività dell’amministrazione comunale. Il mio comunicato non era e non voleva essere offensivo né nei toni né nei contenuti. Si tratta, peraltro, di cose che non appartengono al mio modo di essere e di fare politica, né ai miei valori. Sono molto dispiaciuto, pertanto, di aver dato tale impressione. Ribadisco ai parenti delle vittime il sostegno e la vicinanza mia e dell’intera amministrazione comunale e rinnovo l’invito e la disponibilità a un incontro su qualsiasi problematica o necessità”.