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Ricostruzione L’Aquila, pagano i terremotati se la ditta non è in regola

L’Aquila. La ditta non è in regola? Che paghino i terremotati! Sembrerebbe essere questo lo strano sillogismo, pensato dalle ditte inadempienti, che in questi giorni sta coinvolgendo decine di famiglie aquilane, rientrate a casa dopo i lavori che hanno permesso di rendere di nuovo agibili le loro abitazioni, dopo il 6 aprile. Questo è quello che è successo a San Francesco, villetta bifamiliare. Dopo i lavori, durati circa 8 mesi ed eseguiti dalla stessa ditta, le due famiglie ad agosto sono rientrate finalmente a casa. A distanza di mesi, la ditta incaricata ha ricevuto solo il primo 25% del denaro per l’avvio dei lavori, e poi nulla più: il motivo lo ha spiegato molto chiaramente la SGE (Struttura per la Gestione dell’Emergenza). Non può essere presentata fattura, a seguito dell’avanzamento dei lavori, perché la ditta non ha il DURC, il documento unico di regolarità contributiva: la struttura, attraverso controlli incrociati con Inps, Inail e Casse Edili, ha evidenziato come la ditta non sia in regola, condizione fondamentale per procedere con i pagamenti.
Fin qui, sembrerebbe essere un problema soltanto della ditta in questione. Ma l’8 febbraio, alle due famiglie arriva una lettera da uno studio legale che impone il pagamento di 11mila euro entro cinque giorni: scadenza di fatto, che cade oggi.
E’ possibile quindi che per una mancanza da parte della ditta, debba arrivare l’ingiunzione di pagamento alla famiglia proprietaria di casa?
Evidentemente no, dato che la risposta della SGE è lapidaria e dato che, soprattutto, i soldi per i lavori non sono mai stati consegnati materialmente alle famiglie, ma versati su un conto a loro intestato solo una volta verificato che i lavori siano stati eseguiti a regola d’arte. Ma è ancora più inquietante il meccanismo di incudine e martello in mezzo al quale si trovano gli Aquilani: a combattere con le ditte, spesso inadempienti – e spesso perché è stato loro affidato un numero di appalti troppo elevato per consentire di terminare i lavori per tempo e con cura – e con una struttura che, fra la burocrazia e le regole, costringe gli Aquilani a doversi occupare personalmente di simili faccende.

Ad oggi, alle richieste dell’avvocato si sta rispondendo con l’intervento di un altro avvocato, sperando di arrivare ad una soluzione congiunta che mostri la totale estraneità dei cittadini aquilani coinvolti. Le due famiglie stanno penando di rivolgersi alla Procura della Repubblica Ma se così non dovesse essere e si arrivasse a una ingiunzione di pagamento e a un pignoramento? E poi, a quante famiglie sta accadendo tutto questo?

Sono domande alle quali per ora la risposta non la sta dando nessuno. E con gli Aquilani a doversi, per l’ennesima volta, arrangiare da soli.