L’attività’ investigativa ha portato al sequestro, nelle sedi delle società, di materiale cartaceo mentre si attendono i primi riscontri sulle attività di investigazione economico-finanziaria sulle tre società oggetto di indagine. Sull’attivita’ di polizia giudiziaria viene mantenuto il più stretto riserbo e non sono trapelati altri particolari. “Siamo sempre all’erta, non abbassiamo mai la guardia perché il pericolo di infiltrazioni nel più grande cantiere d’Europa è sempre molto alto – spiegano fonti della procura distrettuale antimafia dell’Aquila -, abbiamo scoperto tre imprese ‘sporche’, ora stiamo approfondendo i controlli incrociati per confermare indizi sui legami con la ‘ndrangheta che comunque sembrano abbastanza chiari”.Il procuratore distrettuale antimafia, Alfredo Rossini, ha annunciato di aver chiesto ai colleghi di Reggio Calabria gli atti dell’inchiesta sulla ‘ndrangheta che ha portato a sgominare la cosca Borghetto-Caridi-Zindato, con l’arresto di 34 persone, e alla scoperta di tracce evidenti di infiltrazioni dell’organizzazione mafiosa calabrese negli appalti per la ricostruzione post-terremoto dell’Aquila. In particolare nelle intercettazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare (oltre 400 pagine) figura Stefano Biasini, imprenditore aquilano di 33 anni non indagato ma che secondo i magistrati della Dda Reggina sarebbe il “gancio” della ‘ndrangheta. Commercialista dell’imprenditore aquilano e’ Carmelo Gattuso che, secondo i magistrati di Reggio Calabria, e’ il prestanome di alcune operazioni societarie di Santo Giovanni Caridi, (entrambi sono finiti in carcere) legato alla cosca mafiosa Borghetto-Caridi-Zindato. Su questo filone, il Procuratore Rossini ha annunciato che la Dda abruzzese sta valutando la posizione di Biasini, amministratore unico e proprietario del 50 per cento della ditta Tesi costruzioni che ha sede all’Aquila, in via Pescara. Secondo i magistrati l’altro 50 per cento apparterrebbe a Gattuso sempre per conto di Caridi. “Stiamo chiedendo le carte e raccoglieremo tutto quello che è necessario” – ha detto il Procuratore capo della Dda dell’Aquila, Alfredo Rossini – su Biasini non posso dire nulla in questa fase non posso dire qual e’ la sua posizione, c’e’ la riservatezza del segreto istruttorio”. Alla domanda se ci siano degli indagati per mafia relativamente agli appalti per la ricostruzione dell’Aquila, Rossini ha spiegato: “da sempre, da quando abbiamo cominciato questo processo, noi abbiamo detto che come cominceranno ad arrivare i soldi, arriveranno le strutture criminali e le persone perbene che vogliono lavorare. Noi stiamo accertando quello che succede e che succederà e poi prenderemo provvedimenti”. Il reato di associazione mafiosa, ossia il 416 bis – ha aggiunto Rossini -, vive sempre con noi, siamo la distrettuale antimafia che opera maggiormente in questa fase della nostra storia perché purtroppo nel centro Italia ci troviamo in una situazione che non ha precedenti tra mafie, infiltrazioni, reati commessi di ogni genere e quindi ci stiamo facendo le ossa. Chissà – ha concluso il procuratore distrettuale – forse domani sarà peggio”.
Generale Scoppa: “la risposta dello Stato è stata immediata”.”Nell’ambito ricostruzione post-sisma “c’e’ stato qualche tentativo di infiltrazione da parte di organizzazioni criminose, ma la risposta dello Stato e’ stata pronta e veloce, tanto da scoraggiare ulteriori attività di questo tipo”. Lo ha detto oggi il generale Maurizio Scoppa, comandante del comando interregionale dei Carabinieri “Ogaden” con giurisdizione su Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Basilicata. L’occasione e’ stata la sua seconda visita presso il comando provinciale de L’Aquila. Parlando del lavoro svolto dai carabinieri dell’Arma, il generale Scoppa ha detto: “I carabinieri hanno lavorato sin da subito e non si sono mai sentiti ‘terremotati’ contribuendo alla repressione ma anche alla prevenzione dei crimini. Cosi’ il numero complessivo dei reati sta progressivamente diminuendo. I carabinieri – ha proseguito – hanno saputo vigilare anche sulle attività della ricostruzione e questa attenzione ha fatto in modo da scoraggiare penetrazioni”. Parlando poi del buon rapporto tra il “pool” interforze, Scoppa ha sottolineato: “C’e’ un’attivita’ di controllo sinergica grazie anche alla capacità di coordinamento del prefetto che trova risposta in tutte le forze dell’ordine. Sono questi – ha proseguito – i presupposti per una buona ricostruzione, volta al ritorno verso la piena normalità”. Il comandante interregionale dell’Italia Centrale ha infine assicurato che nessun comando locale verrà chiuso. “I presidi territoriali – ha concluso – sono fondamentali alla nostra attività”.