L’Aquila. E’ un botta e risposta che non lascia scampo quello tra Guido Bertolaso, numero uno della Protezione Civile, e Gianni Chiodi, Commissario per la Ricostruzione e presidente della Regione Abruzzo. La tensione è salita alle stelle questa mattina, durante la visita del capo della Protezione Civile a Popoli, occasione per il conferimento della cittadinanza onoraria, quando ha dichiarato: “Serve un nuovo Commissario. In questo momento dobbiamo tenere presente che ci sono un commissario presidente di Regione e un vice commissario sindaco dell’Aquila, che svolgono l’incarico istituzionale della ricostruzione part-time. Nei dieci mesi che ho fatto il commissario, ho fatto solo quello. Poi c’erano i miei vice che si occupavano della Protezione civile, io ho trascorso tutte le mie giornate e le mie nottate all’Aquila e nei Comuni del cratere”.
Parla a ruota libera, Bertolaso, un fiume in piena che all’improvviso si ferma e precisa: “Aggiungere una terza figura che a tempo pieno si occupi dei problemi della ricostruzione, ovviamente coadiuvando il commissario Chiodi e lavorando insieme al vice commissario Cialente non mi sembra una diminutio per nessuno. Mi sembra anzi un valore aggiunto che potrebbe risolvere dei problemi che ci sono. Anche Chiodi e Cialente dicono che c’è qualcosa che non va. E allora gli diamo una mano con una persona che ha già dimostrato di essere autorevole, un grosso manager in grado di lavorare in squadra come abbiamo fatto noi”.
Eventualità che sembra non andare molto a genio al primo cittadino aquilano, che ieri aveva dichiarato: “Né Montalbano, né Maigret, basta commissari, servono i soldi”.
Da Popoli a L’Aquila, il passo è breve e non si è fatta attendere la replica del governatore Chiodi. “Tutti sanno quanto sia difficile e complesso il processo di ricostruzione” ha detto “pertanto è auspicabile che se ne comprenda la difficoltà e ci si astenga da singolari dichiarazioni e da protagonismi inutili che producono solo ulteriori complicazioni. Prendo atto dell’attenzione che Bertolaso continua a manifestare nei confronti della città dell’Aquila e colgo l’occasione per ringraziarlo per il sostegno che dà alla nomina del vice commissario Cicchetti, da me richiesto e indicato con nota del 10 agosto scorso indirizzata al sottosegretario Letta, che conferma la validità delle criticità che ho rappresentato anche al presidente Berlusconi già a metà luglio scorso”.
Durante la visita a Popoli, il capo della Protezione civile non ha voluto certo risparmiare la stampa. “A L’Aquila si è fatta un’informazione parziale facendo apparire che non era stato realizzato nulla” ha detto. “E poi sappiamo tutti che ci sono state delle reazioni anche se assolutamente democratiche e pacifiche. Non vorrei che sulla scia di Torino anche all’Aquila le contestazioni prendessero piede, visto il momento politico che sta attraversando il Paese”.
Che Guido Bertolaso sia uno che non le manda a dire è, comunque, cosa nota. Le stoccate agli enti locali abruzzesi proseguono in un’intervista rilasciata al settimanale Panorama, in edicola venerdì 10 settembre. ”Ora che l’emergenza è finita” ha dichiarato “è tempo di pensare alla ricostruzione, a cominciare dal centro dell’Aquila: priorità assoluta. E basta con la demagogia”.
Guido Bertolaso se la prende poi con il sindaco de L’Aquila Massimo Cialente e dice: “invece di organizzare le notti bianche, dovrebbe passare le notti in bianco per preparare il piano da presentare al governo. Solo così potremmo lasciarci alle spalle quest’incubo”. Parole che di sicuro non cadranno nel vuoto e troveranno la replica del primo cittadino.
Nell’intervista si parla anche, inevitabilmente, delle vicende giudiziarie che lo hanno visto coinvolto. “So di aver subito una grave ingiustizia” spiega “posso solo augurarmi che il tempo per ristabilire la verità dei fatti sia breve. Confido ancora molto nella magistratura e sono sereno per il futuro”. E all’ipotesi di un eventuale complotto risponde: “Sicuramente sono un personaggio scomodo a destra e a sinistra. Dico sempre quello che penso. E lavoro giorno e notte, se serve. E’ evidente che vogliono colpire me per arrivare più in alto”.
A proposito poi del suo futuro, Bertolaso non ha dubbi: “Vorrei andare in pensione entro il 2010. Consapevole di non essermi mai risparmiato per il mio Paese. Se il Cavaliere dovesse chiedermelo, resterei al mio posto fino a quando necessario. Anche se la Protezione civile è ormai una realtà capace di camminare sulle sue gambe, con o senza Bertolaso”.