“Da alcune parti” si legge nel testo “si continua a ripetere che la manifestazione degli aquilani sia stata, non solo infiltrata, ma addirittura istigata da esponenti romani dell’area antagonista. Si parla di scontri. Termine assolutamente sbagliato in quanto nessuna vetrina è stata infranta, nessuna macchina rotta, nessun motorino buttato al suolo, nessun negoziante ha pensato di chiudere le saracinesche. Insomma niente di quello che siamo abituati a considerare come un clima da scontro si è verificato da parte dei manifestanti. Tutto questo perché gli aquilani erano pacifici e nessuno ha mai pensato di provocare violenze di alcun genere”.
Lolli era presente alla manifestazione nella capitale, insieme a Cialente, è stato colpito anche da una manganellata.
“Sono stato in prima fila per tutta la giornata” continua “insieme a tanti sindaci, rappresentanti delle istituzioni dei comuni del cratere, i gonfaloni dei comuni e tantissimi aquilani. Più di 40 pullman, tante macchine, tantissime persone, al di là delle loro idee politiche hanno partecipato alla manifestazione. Forze sociali, sindacali ed organizzazioni ecclesiali hanno appoggiato, sostenuto e partecipato alla composizione dei pullman e presenziato alla manifestazione. Alla manifestazione c’erano certamente anche cittadini non aquilani. Sono passati, ad esempio, ad esprimere la loro solidarietà molti leader politici nazionali ed esponenti locali. Ma gli oltre 40 pullman arrivati dall’Aquila, e soprattutto le decine di video che dimostrano quanto in prima fila ci fossero sempre le fasce tricolori dei sindaci del cratere oltre che i gonfaloni dei comuni, dimostrano quanto la manifestazione fosse partecipata, pacifica e soprattutto dei cittadini aquilani e del territorio colpito dal terremoto. Il continuo riferimento a presunte infiltrazioni non è altro che un modo per distogliere l’attenzione dal reale coinvolgimento unitario, al di là di appartenenze politiche e sociali, della cittadinanza aquilana e dei comuni del cratere che pongono all’opinione pubblica domande e presentano una realtà che si discosta enormemente dall’immagine che si è voluta dare sino ad oggi della situazione delle zone colpite dal sisma del 6 aprile 2009”.