L’Aquila. Non una tassa di scopo ma una piccola accisa sui carburanti per la ricostruzione dell’Aquila. E’ il contenuto della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal capogruppo del PdL in Consiglio regionale Gianfranco Giuliante.
Il progetto, che gode del placet del governatore Gianni Chiodi, del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e del presidente della Provincia Antonio Del Corvo, è stato illustrato dallo stesso Giuliante questa mattina.
“Attualmente” ha spiegato “in Italia si pagano accise sui carburanti per 485,9 lire, pari a 25 centesimi di euro per ogni litro di carburante. Alcune di esse non hanno oggi alcuna ragion d’essere: guerra di Abissinia (1935), crisi di Suez (1956), disastro del Vajont (1963) e via dicendo”.
Giuliante suggerisce, quindi, due alternative: se questi balzelli sono considerati accise a tutti gli effetti, basterebbe eliminare quelle più datate in favore della ricostruzione dell’Aquila; se, invece, sono diventati nel tempo entrate di cassa per lo Stato, basterebbe utilizzare l’Iva (non dovuta in caso di introito) per lo stesso obiettivo.
“Si tratterebbe di appena 5 centesimi di euro al litro di carburante” ha aggiunto “e, cosa fondamentale, non graverebbe minimamente sui consumatori; il costo della benzina al distributore sarebbe lo stesso. Sarebbe auspicabile che, andando avanti, la proposta di legge, da iniziativa popolare, si trasformasse in proposta parlamentare. Chiamando gli aquilani alla firma, intendiamo anche misurare la loro capacità di essere protagonisti della ricostruzione e della rinascita della loro città”.
L’accisa sui carburanti determinerebbe un flusso di denaro fino ad un miliardo e 250 milioni di euro all’anno.
”E’ una proposta aperta e bipartisan” ha Giuliante “permeabile a qualsiasi contributo migliorativo da parte di politici, comitati, storici, cittadini, professionisti”.
Della procedura si occuperà tecnicamente il consigliere regionale Riccardo Chiavaroli.
Il cronoprogramma dell’operazione prevede per agosto la definizione degli aspetti organizzativi; a settembre l’avvio della raccolta firme (50 mila quelle necessarie) che dovrà concludersi entro sei mesi; a primavera il provvedimento sarà pronto per l’esame.