Terremoto L’Aquila, la protesta a Roma

protestarai3L’Aquila e i comuni del cratere manifestano a Roma, sottolineando la difficoltà della ricostruzione edilizia ed economica. Le case, il lavoro, le aziende e gli amministratori tutti insieme a gridare aiuto. Oltre agli amministratori locali insieme agli aquilani una delegazione della Regione Abruzzo, Cosip il sindacato di Polizia e tantissime associazioni.

DIRETTA DELLA MANIFESTAZIONE

Ore 7:30 Sono 40  gli autobus in partenza dall’aquilano diretti a Roma per la manifestazione in programma oggi. Studenti, mamme, amministratori e anziani: tutti insieme per L’Aquila e i comuni del cratere.
 

Ore 10:00 Arrivo a Roma Est. La Polizia, dopo un piccolo controllo, avvisa i manifestanti che la protesta a Montecitorio non è stata autorizzata e li invitano ad andare a Piazza SS Apostoli.
 

Ore 10:30 I primi autobus a Piazza Venezia, che non è stata chiusa al traffico.
 

Ore 11:00 I manifestanti sfondano due posti di blocco per accedere in via del Corso. La Polizia reagisce alla carica. Un ragazzo rimane ferito. Colpiti da una manganellata anche il sindaco Massimo Cialente e il deputato del PD Giovanni Lolli.

Ore 12:00 Aquilani fermi davanti al terzo posto di blocco. In corso trattativa con le forze dell’ordine per accedere a Montecitorio. 

Ore 12.36 Grazie a una trattativa con gli organizzatori e alcuni funzionari, il blocco è stato superato, ma poco dopo i manifestanti sono stati nuovamente bloccati su via del Corso all’incrocio con via di Pietra. Le condizioni dei feriti, tre al momento, non destano preoccupazione. Uno dei due è stato colpito al volto ed è uscito dal corteo con il viso sanguinante. Si cerca ora di far ritornare la calma tra gli aquilani, che avanzano al grido “l’Aquila, l’Aquila”. Il corteo è arrivato nei pressi di piazza Montecitorio. Intanto il sindaco Massimo Cialente è stato ricevuto a Palazzo Madama dal presidente del Senato Renato Schifani. L’assessore Stefania Pezzopane fa sapere che il sindaco è stato colpito solo da spintoni. 

Ore 13.15 Il corteo, cinquemila persone circa, è fermo in piazza Colonna. Le trattative sono condotte dai rappresentanti del Pd. Alcuni manifestanti sono rimasti bloccati su via del Corso, senza avere possibilità di andare avanti o tornare indietro. Solo grazie all’intervento di Antonio Di Pietro, si è riusciti a sbloccare la situazione. Secondo alcune testimonianze, solo la metà degli autobus previsti sarebbe partita dal capoluogo abruzzese: la restante parte è stata bloccata direttamente a L’Aquila. Molti, tuttavia, hanno scelto mezzi privati per raggiungere la capitale. Piergluigi Bersani e Marco Pannella, intanto, hanno raggiunto i manifestanti. Presenti anche alcune delegazioni provenienti da Palermo e Avellino per manifestare la loro solidarietà agli aquilani terremotati.

          

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 13.22 “Esprimo gratitudine e apprezzamento, come abruzzese, nei confronti del presidente Schifani per la sensibilità dimostrata oggi nell’accogliere la delegazione aquilana e ascoltarne le richieste, ma anche nel manifestare disponibilità per ulteriori interventi oltre quelli già posti in essere dal governo”. E’ quanto afferma il senatore Pdl, Fabrizio Di Stefano. “Tale gesto prova che la questione aquilana rimane centrale sul tavolo della politica e lo sarà anche nei prossimi mesi, specialmente per quel che concerne tematiche sensibili quali la restituzione del prelievo fiscale. Questa è la garanzia del fatto che non mancheranno ulteriori interventi sull’argomento anche nei provvedimenti successivi alla pausa”.

Ore 14.38 Il corteo si dirige verso il Senato. Un gruppo di manifestanti si è spostato nei pressi di palazzo Grazioli, residenza del premier Silvio Berlusconi al grido di “L’Aquila L’Aquila è vergogna, vergogna”. Lo stesso Cialente ha riferito all’agenzia Adnkronos di essere stato calpestato e di aver preso delle botte, riportando alcune contusioni e avvertendo un dolore al piede destro. “Oggi è andato in scena il dolore e il terrore di una città e quello che è accaduto, ovvero caricare gente tranquilla che vuole solo manifestare non è stato uno spettacolo edificante”.

Ore 15.06 Il corteo si è diretto nuovamente verso il Senato ed ora è fermo in piazza Navona. I manifestanti proseguono con le mani alzate, ma qualcuno è stato anche colpito con una manganellata allo stomaco. E continuano gli slogan, al grido di “Vergogna” o cartelli satirici, come “Ecco le armi della montagna: pecorino, vino e salsicce”.

Ore 15.22 Al megafono vengono elencati tutti i problemi che coinvolgono gli aquilani e che li hanno portati a protestare a Roma. A partire dal mancato allarme, e poi il costo delle case, le tasse da pagare, i mutui in scadenza, la ricostruzione dei palazzi che “contrasta pienamente con l’immediata messa in sicurezza delle chiese”.

Ore 16.00 La segreteria regionale abruzzese del movimento Forza Nuova, unitamente a tutte le sue federazioni provinciali, esprime massima solidarietà agli aquilani coinvolti nei tafferugli in giornata odierna a Roma. A prescindere da quale sia stata la causa che abbia innescato la reazione delle forze dell’ordine, è assolutamente inqualificabile, ad eccezione delle solite testate indipendenti, la disinformazione dei mezzi maggiori d’informazione sul post-sisma. Forza Nuova ribadisce che la precedenza per la ricostruzione sia prioritariamente conferita alle aziende aquilane, anche in sub-appalto, che venga adottata una tassa di scopo che colpisca le indennità di tutti i rappresentati istituzionali italiani, dal comune più piccolo alla maggiore carica dello Stato, che la sospensione di tutti i mutui sia prorogata al 2013 e che vengano coattamente immessi, nel circuito economico della provincia aquilana, buoni locali di solidarietà (come Lo Scec) al fine di ridare potere d’acquisto alle famiglie indigenti, contrastare le speculazioni inflazionistiche e, soprattutto, ridare respiro alle aziende prossime al fallimento.

Ore 16.42 C’erano anche alcuni rappresentati del Consiglio Regionale all’incontro con il presidente del Senato Renato Schifani. Giuseppe Di Pangrazio, Giovanni D’Amico, Luigi Milano, Luca Ricciuti e Maurizio Acerbo hanno sostenuto che “non è possibile che il Governo tratti in modo diverso cittadini e territori della stessa Nazione. Così come con decreto governativo è stata stabilita la restituzione delle tasse per il Molise dopo 10 anni  in 120 rate e per un importo del 40% , lo stesso trattamento  deve essere riservato ai cittadini dei territori dei comuni del cratere. Il territorio colpito dal sisma deve avere lo stesso trattamento che lo Stato ha garantito ai territori terremotati di Umbria e Marche. Come è stato fatto bene nella 1° fase di emergenza, allo stesso modo deve essere fatto per la ricostruzione della città e per la ripresa delle attività produttive, sociali e culturali”.
Intanto, il ministro Maroni ha annunciato di voler fare chiarezza sugli episodi verificatisi oggi. “voglio capire” ha detto “se ci sono responsabilità e da che parte”.

Ore 16.48 Il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica ha issato una bandiera neroverde sul pennone del Senato. Dopo pochi minuti è stata rimossa tra i fischi dei manifestanti.

Ore 16.57 L’europarlamentare del Pd Gianni Pittella interviene sulla manifestazione e gli episodi che si sono verificati a Roma. ”Il governo Berlusconi dopo le passerelle mediatiche del dopoterremoto e gli scandali della ricostruzione risponde con i manganelli alla richiesta degli aquilani di essere ascoltati. Gli aquilani protestano contro l’abbandono dell’Aquila dopo il terremoto e per chiedere una legge organica per la ricostruzione e la proroga della sospensione del pagamento delle tasse, tutte richieste legittime davanti al cumulo di macerie che sommerge ancora la città, popolazioni che hanno così tanto sofferto e continuano a soffrire meriterebbero ben altra attenzione e ben altro trattamento”.

Ore 17:32 “Le notizie che interessano direttamente il Presidente del Consiglio vengono trattate dalla televisione di Stato non secondo le logiche di una informazione imparziale, ma secondo le convenienze personali di Berlusconi”. E’ quanto dichiara Carlo Costantini, capogruppo IdV alla Regione Abruzzo, che aggiunge: “Siamo stati inondati per settimane da aperture del Tg1 su tagli di nastri e cerimonie di inaugurazione, mentre le manifestazioni di protesta che interessano lo stesso Presidente del Consiglio, caratterizzate da una enorme partecipazione popolare, sono state relegate in coda nel Tg1 di oggi dell’edizione delle 13 e 30. Vorrei – continua Costantini – che qualcuno del Pdl mi spiegasse quale obiettivo diverso da quello agevolare spudoratamente il Presidente del Consiglio possa essere perseguitato da simili scelte editoriali. Che Berlusconi si organizzi in questo modo sulle sue televisioni – aggiunge il capogruppo IdV – ormai lo hanno capito tutti, ma le televisioni di Stato sono pagate con il denaro dei contribuenti dovrebbero rispondere unicamente alle logiche di una corretta ed imparziale informazione dei cittadini. I manganelli e l’informazione di regime – conclude Costantini – sono gli indicatori classici dei regimi dittatoriali: in Italia siamo ben oltre”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

18:02 “La politica abruzzese, tutta e compattamente, non può dividersi sul sostegno alle popolazioni terremotate de L’Aquila che vanno accompagnate nelle loro giuste rivendicazioni”: così il coordinatore regionale dell’Udc Enrico Di Giuseppantonio, fa appello alle forze politiche ed alle istituzioni abruzzesi dopo la manifestazione di questa mattina a Roma. “Lancio oggi – ha proseguito Di Giuseppantonio – lo stesso appello che ho ripetuto più volte nelle scorse settimane, rimanendo purtroppo inascoltato: tutti i partiti abruzzesi e le istituzioni dovrebbero parlare unitariamente il linguaggio della responsabilità e della concretezza per far fronte con tutti i mezzi possibili ai problemi di una ricostruzione che avviene in un momento drammatico di crisi economica, che sta investendo tutta la regione e la coinvolge pesantemente. La disperazione di vedere una città praticamente morta e la morsa della crisi economica stanno innescando una situazione, per fronteggiare la quale occorre lo sforzo onesto, sincero e senza pregiudizi di tutta la classe dirigente regionale, che senza distinzioni di partito e di schieramento possa dare risposte concrete ai cittadini e rappresentare con coraggio nelle istituzioni nazionali gli interessi dell’Abruzzo. L’Aquila e l’intera regione hanno bisogno di questo slancio e di questo salto di qualità: l’Udc è pronta da sempre a fare la sua parte, consapevole della drammaticità del momento, e non farà mancare il suo sostegno ad ogni iniziativa che veda al centro dell’azione il bene comune degli aquilani e degli abruzzesi. La tragedia della città capoluogo è infatti la tragedia di tutto il territorio, che ha risentito delle conseguenze del terremoto in ogni sua parte”.

Ore 19:09 “I gravi fatti avvenuti oggi in Via del Corso a Roma, con gli scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti dei comuni terremotati dell’Abruzzo, con ben due feriti e alcuni contusi, meritano un chiarimento da parte del governo. A sostenrlo l’onorevole dell’Udc, Pierluigi Mantini in merito agli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti aquilani oggi a Roma. “L’affollatissima manifestazione di protesta dei cittadini di L’Aquila e degli altri comuni abruzzesi terremotati, che ha coinvolto oltre 5000 persone, gente normalissima di ogni età, ceto e colore politico, insieme alle numerosissime rappresentanze delle istituzioni locali, delle associazioni di categoria, della Diocesi aquilana, delle sigle sindacali, del mondo produttivo e culturale, era oggi a Roma per protestare pacificamente davanti al governo per rivendicare garanzie, risorse e tempi certi per affrontare la ricostruzione del post-terremoto.
Appare assurdo pertanto che i manifestanti siano stati accolti da un vasto schieramento di forze dell’ordine che, inaspettatamente e senza alcuna palese motivazione, bloccava il corteo in Via del Corso, provocando così i primi tafferugli e nonostante il sindaco Cialente e altri cercassero di calmare gli animi, i cittadini aquilani venivano caricati, colpiti e feriti.
Quanto è accaduto è intollerabile, l’uso preventivo della forza pubblica deve essere riservato solo a fatti di sicura gravità sul piano criminale e non può essere ricondotto ad un processo alle intenzioni e ad un uso sproporzionato della forza con il rischio di un serio aggravamento della conflittualità.
Oltre al danno del terremoto e alla latitanza del governo rispetto alle promesse fatte, anche la beffa delle manganellate. I gravi incidenti di oggi dimostrano ancora una volta come il governo, al di là di alcuni spot sensazionalistici, sia completamente incapace di una risolutiva politica di ricostruzione del dopo terremoto. Il vertice in corso della maggioranza agisca sulle tasse e garantisca parità di trattamento ai terremotali dell’Abruzzo rispetto a quelli riservati in passato ai cittadini di Umbria e Marche”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    

 

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