Sulmona. L’estate di quest’anno per molti agenti operanti presso la struttura penitenziaria di Via Lamaccio ha lasciato un sapore amaro.
‘Infatti -riferisce Mauro Nardella, Segretario provinciale e Vice Regionale Uil Penitenziari- un po’ come succede quando uno studente viene rimandato a settembre per non aver ecceduto in bravura nel corso del suo anno scolastico, diversi agenti iscritti nelle file del carcere di via Lamaccio hanno subito più o meno, anche se con forme diverse, lo stesso trattamento.
A tal proposito, la Uil Penitenziari Abruzzo mai come quest’anno si è ritrovato ad affrontare così tanti ricorsi aiutando i contendenti nella stesura degli stessi.
In attesa che si sappia qualcosa dai numerosi ricorsi inviati alla Direzione generale del Personale e della formazione presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, molti dei baschi blu sulmonesi hanno avuto sospeso il loro giudizio.
Quasi tutti i ribassati giudizi di “fine” anno dei ricorrenti, meglio conosciuti con il termine rapporti informativi,-continua il sindacalista- hanno avuto come comune denominatore il presunto diminuito rendimento nel decorso dell’anno appena passato.
Stante il fatto che il personale della polizia penitenziaria di Sulmona è da molti ritenuto essere tra i più qualificati in assoluto qualcosa, evidentemente,-afferma Nardella- nell’opera di predisposizione dei giudizi, non quadra.
Sarà perchè si è inteso dare un segnale a chi ha cumulato più assenze dal servizio rispetto agli altri? Se così fosse si andrebbe in netta controtendenza rispetto a quanto evidenziato nelle circolari emanate dal Dap dal Capo del Dipartimento in tema e che più volte invitavano i compilatori a non tener conto del numero di assenze per la stesura della “pagella”.
Proprio su questo la Uil Penitenziari ha voluto che si fondassero i motivi dell’impugnazione attesa la formula generica utilizzata nella motivazione che porrebbe in contraddizione i vari elementi che concorrono alla formulazione del giudizio generale ledendone, così, l’intima coerenza logica.
Intanto mentre i ragazzi delle scuole studiano per recuperare un anno altrimenti perso, diversi agenti, unitamente alle OO.SS. di appartenenza,-chiosa il dirigente della Uil – stanno studiando il modo per evitare che un possibile ulteriore abbassamento possa portare più che l’amaro di un’estate vissuta male nell’orgoglio e nel morale, un declassamento economico degli stessi o, peggio ancora, perchè anche a questo può portare come conseguenza il giudizio di fine anno troppo basso,un possibile quanto non auspicabile licenziamento’, conclude Nardella.