L’Aquila. Gli agenti del Nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale del Corpo forestale dell’Aquila e quelli della Sezione di Pg dello stesso Corpo, in servizio presso la Procura della Repubblica dell’Aquila, hanno acquisito stamane le relazioni tecniche, i progetti e le fatture negli uffici di alcune ditte di Milano che a vario titolo hanno realizzato i manufatti provvisori (nel post terremoto del 6 aprile del 2009) ora oggetto dell’inchiesta penale, dopo il crollo di un balcone nel Progetto Case nella frazione aquilana di Cese di Preturo.
Gli investigatori si sono avvalsi della collaborazione anche degli agenti del Provinciale di Milano, sempre del Corpo forestale, coordinati dal Commissario Capo Giovanni Gianvincenzo, originario del capoluogo di regione abruzzese. Si ipotizza che le fatture non corrispondano alle caratteristiche delle forniture, e anche questa documentazione sara’ utile all’inchiesta del pubblico ministero dell’Aquila Roberta D’Avolio, che sta formulando 40 capi di imputazione, tra imprenditori, tecnici e funzionari pubblici, che hanno avuto competenze e responsabilità nella realizzazione e progettazione.
Le notifiche degli avvisi di garanzia potrebbero arrivare già a settembre. Decisiva la perizia consegnata dai consulenti della Procura a inizio agosto. Da essa emerge che il crollo di un balcone in legno nell’insediamento del progetto Case di Cese di Preturo, nel settembre 2014, che ha poi portato al sequestro di altri 800 balconi in altri cinque siti, e allo sgombero di una palazzina, sarebbe stato causato da “difetti di costruzione e impiego di materiale scadente”.
I consulenti della procura sono l’architetto Carlo Maria Perotti e l’ingegnere Umberto Scalzotto, entrambi di Torino, con gli ausiliari Bernardino Chiaia, ordinario di Scienze delle costruzioni al Politecnico di Torino, e il geometra Gabriele Di Natale.