L’Aquila, il terremoto visto dal Tg1

maria_luisa_busiL’Aquila. Maria Luisa Busi, volto noto del Tg1 delle 20, domenica mattina si reca a L’Aquila per firmare un servizio sulla situazione della ricostruzione e la sua troupe viene pesantemente contestata da un gruppo di cittadini, che accusano il notiziario di Rai uno di fare propaganda per il governo occultando scientificamente i tanti disagi e ritardi che stanno rendendo ogni giorno più difficile la vita di migliaia di sfollati. La Busi, che evidentemente è una persona onesta e non se l’è sentita di negare quanto ha potuto toccare con mano, ha ammesso a titolo personale i limiti dell’informazione del suo telegiornale: “Quello che ho visto in questi giorni con i miei occhi è molto più grave di come talvolta è stato rappresentato. Migliaia di persone sono ancora in albergo, le case non bastano e la ricostruzione non è partita”. Insomma, una situazione leggermente diversa da quella che viene, quasi quotidianamente, rappresentata dalla tv, soprattutto da quella pubblica.  Ad Augusto Minzolini, direttore del Tg1, chiamato in causa e contestato anche dagli stessi manifestanti (con l’epiteto “Scodinzolini”), la critica non è andata giù e in fretta e furia è stato organizzato una sorta di colpo di mano, infilando un documento di sostegno alle linea editoriale del telegiornale, al culmine di una riunione che prevedeva altri temi. Operazione fatta quando metà dei giornalisti aveva già abbandonato la riunione, e con appena 20 redattori su 130 (la maggior parte della redazione del Tg1 non sembra essere in sintonia con la linea del direttore), che hanno approvato un documento di poche righe a sostegno del direttore. “Non è consentito a nessuno offendere i giornalisti del Tg1” si legge nel documento, “ accusandoli di aver fatto un’informazione incompleta e faziosa, relativamente alla copertura del terremoto e del post-terremoto in Abruzzo”. Crediamo invece che protestare, anche in maniera colorita, soprattutto per una tv che dovrebbe essere di servizio, e non al servizio di questa o quella parte politica, sia un qualcosa di legittimo e di naturale in un paese civile.

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