L’Aquila. È stata firmata dall’assessorato provinciale al Lavoro de L’Aquila la procedura di mobilità per cinque lavoratori della Dompè de L’Aquila. Lo ha reso noto la Ugl Chimici, che ha sottolineato che a nulla sarebbe servita la solidarietà mostrata dalle autorità in diverse occasioni.
La Dompè aveva già chiuso il reparto di Farmacologia e Servizi prima del sisma dello scorso aprile. Dopo il terremoto il reparto dei chimici ha rischiato di non rientrare a L’Aquila perché sembra che l’azienda volesse sottoscrivere un accordo con una società di Milano che avrebbe riassorbito il personale.
Prevista, invece, per il 2010 una forte riduzione del personale degli uffici che avverrà tramite l’esternalizzazione di alcuni servizi e con il riaccorpamento degli uffici amministrativi nella casa madre, che ha sede a Milano.
“Dompè” commenta a riguardo la Ugl Chimici “ha deciso di togliere il lavoro da un’area svantaggiata e portarlo a Milano. Un altro gruppo di lavoro sarà automaticamente messo in mobilità se, entro il 2011, non verranno trovati dei partner. Un atteggiamento incomprensibile, dato che lo stesso Dompè, in veste di presidente di Farmindustria, continua a sbandierare i suoi investimenti nel campo della ricerca e continua a vantarsi del suo centro ricerche come fiore all’occhiello”.
La Ugl Chimici ricorda a questo proposito che l’azienda si è insediata a L’Aquila nel 1993, usufruendo dei finanziamenti per le aree del Mezzogiorno e che oggi questa operazione di ristrutturazione, che sta provocando la perdita di molti posti di lavoro, passa completamente inosservata. “L’operazione” si legge infatti nella nota “è stata abilmente spalmata in più anni e ogni step della stessa registra un calo di forza lavoro. La cosa non desta scalpore perchè cinque persone per volta non richiamano l’attenzione dei nostri politici, ma il risultato è che una delle più grandi risorse di questa città ci sta abbandonando e nessuno dice nulla”.