Dopo essere stati ripresi mentre manifestavano a piazza Palazzo, i terremotati abruzzesi hanno, infatti, raccontato storie e violato divieti perché anche i giornalisti Rai potessero conoscere e far conoscere cosa accade realmente a L’Aquila a dieci mesi dal sisma.
“Abbiamo fatto un’opera inutile” fanno notare, però, i manifestanti all’indomani della messa in onda della trasmissione. “C’era altro da fare per Annozero”.
In una lettera aperta indirizzata proprio a Michele Santoro, gli aquilani lamentano, infatti, l’eccessivo interesse rivolto ai piaceri personali di Guido Bertolaso, argomento che ha occupato, assieme alla ricostruzione delle intercettazioni telefoniche, gran parte della puntata.
Nessun cenno, invece, alla situazione del capoluogo abruzzese. “Ci risulta incomprensibile” si legge a questo riguardo nella lettera “la ragione che ha spinto ad escludere da questa rappresentazione pittorica l’elemento più importante. NOI. Gli aquilani”.
I terremotati si chiedono, insomma, perché. E invitano il noto giornalista ad “un confronto alla pari (e non nei due minuti riservati al pubblico) con chi, tra giornalisti, politici e prelati, ha ancora voglia di difendere la facciata che nascondono gli scandali accaduti fino ad oggi a L’Aquila, sulla nostra pelle. Perché si inizi a dire la verità. Michele Santoro è disponibile a farlo?”.
Di seguito la lettera integrale scritta da manifestanti (pubblicata sul blog di Federico D’Orazio, uno dei promotori dell’iniziativa – http://stazionemir.wordpress.com/2010/02/20/in-che-mani-siamo/).
Tania Di Simone
Lettera aperta a Michele Santoro