L’Aquila. “Piangevamo i nostri morti, ci leccavamo le ferite, mentre qualcuno rideva e sghignazzava”. È l’amaro commento di Ferdinando Di Orio, rettore dell’Università de L’Aquila, all’indomani della rivelazione delle intercettazioni telefoniche legate all’inchiesta sugli appalti a La Maddalena.
Nel corso della presentazione degli interventi per la ristrutturazione della Facoltà di Ingegneria di Roio con i fondi del Rotary, il rettore ha, infatti, ammesso le sue perplessità in merito ad alcuni atteggiamenti. “In tempi non sospetti” ha spiegato in proposito “dissi che che l’eccesso di trionfalismo e buonismo nei confronti di quello che è stato fatto per L’Aquila era fuori luogo e che bisognava, di fatto, distinguere le risposte buone sul territorio da quelle meno buone”.
I commenti sono poi proseguiti quando, in riferimento all’intervento del Rotary per la ristrutturazione della Facoltà di Ingegneria, Di Orio avrebbe anche detto che si tratta di un sistema di ricostruzione che funziona, “contrariamente a un altro che in questo momento non mi sento neanche di nominare”.