Vasto. “Trovo che sia assurdo recarsi presso un ufficio accettazione della Asl e ritrovarsi nel bel mezzo di un corridoio di fronte a un banchetto con su scritto ‘accettazione’ tra andirivieni di dottori, infermieri e utenti di ogni dove ed essere costretto a fornire i tuoi dati sensibili davanti a tutti, compreso numero di telefono e patologie di cui si soffre tra domande del tipo ‘Oggi quante volte ha evacuato? Di che patologia soffre? Da quanto tempo ha il diabete? Ci sono altri in famiglia che soffrono della stessa patologia?’ o come è capitato a me giorni fa di assistere ad un raduno di alcuni addetti ai lavori proprio all’interno dell’ufficio accettazione tra caffè, dolcetti e chiacchiere da salotto, mentre nel bel mezzo del corridoio da dietro il banchetto, con voce squillante, signore in uniforme da infermiera o presunte tali elargivano cazziatoni a destra e manca ai poveri malcapitati, spesso anziani, con la sola sfortuna di essere un po’ duri di orecchie. Questo accade al distretto sanitario di base di Via Michetti a Vasto”.
Lo denuncia Antonio Borromeo, Presidente dell’associazione Papi Gump che chiede “un intervento celere per una migliore disposizione degli spazi dell’accettazione, una segnaletica di distanziamento più efficace e soprattutto un maggior garbo nella gestione di questioni che comunque hanno bisogno di una certa delicatezza e discrezione. Sembra una stupidaggine, ma è davvero umiliante per qualsiasi cittadino dover stare a raccontare davanti a tutti i propri problemi in spregio a qualsiasi norma sulla privacy, ma, prima ancora, di buon senso. Mi auguro – ha concluso Borromeo – la Asl si attivi per trovare una soluzione a ciò”.