Lanciano. Bandiera a mezz’asta sul municipio di Lanciano in segno di lutto per “la democrazia parlamentare” offesa da quanto accaduto la scorsa notte in Senato: la proroga dell’apertura dei quattro tribunali abruzzesi (Lanciano, Sulmona, Vasto e Avezzano) è stata stralciata dalla presidente Casellati dopo l’approvazione degli emendamenti, presentati da tutti i partiti.
“Atto d’imperio che colpisce a morte la democrazia parlamentare” – sostengono in una nota congiunta il sindaco di Lanciano Mario Pupillo, che è anche presidente della provincia di Chieti, e Silvana Vassalli, presidente dell’ordine forense frentano.
“La Casellati ha di sua iniziativa stralciato con un atto di imperio l’emendamento di proroga al 2024 dei tribunali abruzzesi, tra cui quello di Lanciano. E’ un fatto di una gravità inaudita che apre una voragine nello Stato di diritto, un gesto irriverente, illogico e antidemocratico che colpisce a morte la democrazia parlamentare e con essa la rappresentanza di interi territori espressa attraverso i parlamentari. I senatori, che all’unanimità si erano espressi per l’emendamento in tutte le commissioni parlamentari, sono stati scavalcati e offesi e con essi i cittadini, i sindaci e tutti coloro che hanno a cuore la Costituzione e il diritto alla giustizia di prossimità.
L’emendamento votato all’unanimità, compresi i rappresentanti di Forza Italia il partito della Casellati – si precisa – prevedeva la proroga della funzionalità di quattro tribunali abruzzesi.
L’emendamento è stato approvato prima dalle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali, poi discusso e approvato in Commissione Bilancio. Tanti senatori appartenenti ai diversi gruppi parlamentari e rappresentanti dei tanti territori nazionali hanno sostenuto e approvato un emendamento presentato, sostenuto, sottoscritto da tutti i senatori abruzzesi. Purtroppo temiamo che i nostri tribunali saranno definitivamente chiusi a settembre 2022 per volontà a questo punto ascrivibili in maniera chiara alla Casellati, e ai dirigenti ministeriali che hanno fatto muro: una volontà che non è quella dei territori e dei senatori eletti che sono stati mortificati da un atto di cui devono essere ancora spiegati i contorni”. (ANSA).