Centinaia di Oss licenziati. La rivolta davanti alla Asl

Il licenziamento di 126 operatori socio sanitari della Asl Lanciano Vasto Chieti ha gettato nello sconforto le famiglie che, in buona parte, dipendevano proprio dal reddito maturato alle dipendenze dell’azienda sanitaria.

Il risultato, prevedibile, è che dopo essere stati mandati a casa a pochi giorni dal requisito necessario per la stabilizzazione del contratto – alcuni, senza nemmeno avere avuto il tempo di smaltire le ferie – gli Oss hanno scelto di manifestare il proprio dissenso con una manifestazione dinanzi alla Asl.

sanità
Sono 122 gli Oss licenziati dalla Asl: quale sarà il loro destino? – abruzzo.cityrumors.it

Al termine dei cinque presidi – l’ultimo si è tenuto giovedì scorso dinanzi alla sede della Regione all’Aquila – gli Oss chiedono dunque di essere riassunti e annunciano una nuova protesta davanti agli uffici del direttore generale Thomas Schael.

La denuncia dei lavoratori e dei sindacati

In queste iniziative, i lavoratori sono stati supportati dalle sigle sindacali, scese più volte in piazza al loro fianco, evidenziando come i lavoratori non siano stati stabilizzati per preferire nuove risorse da ricercarsi mediante agenzie del lavoro.

Operatore sanitario
Di fianco ai lavoratori, le principali sigle sindacali di rappresentanza -abruzzocityrumors.it

Appena qualche giorno fa, la direzione generale della Asl aveva peraltro scritto una nota indirizzata agli Oss e ai sindacati, con cui si impegnava “nel rispetto del piano triennale dei fabbisogni del personale 2024/2026 a ogni possibile e utile opportunità offerta dalla vigente legislazione, tesa alla salvaguardia di posizioni già definite”.

Una nota che è accomagnata dalla volontà della direzione generale di avviare le procedure selettive per reclutare personale da impiegare per l’assolvimento delle funzioni reinternalizzate, “provvedendo alla valorizzazione, anche attraverso una riserva di posti non superiore al 50 per cento di quelli disponibili, del personale impiegato in mansioni sanitarie e sociosanitarie” e che ha prestato servizio nel periodo compreso tra il 31 gennaio 2020 e 31 dicembre 2021, con almeno tre anni di servizio.

Insomma, si tratterebbe di una speranza per i lavoratori, dinanzi alla quale però i sindacati richiedono fatti concreti, e non meri annunci. Dietro ai presidi e alle parole, concludono i rappresentati delle sigle sindacali, ci sono infatti 126 Oss con le loro famiglie, le difficoltà e i figli a carico. E, in più, la beffa di essere stati rapidamente dimenticati: appena qualche trimestre fa, in piena pandemia, gli operatori socio sanitari erano chiamati eroi. Una figura forse troppo rapidamente dimenticata e, oggi, in lotta per la difesa del proprio posto di lavoro e della stabilità economico finanziaria delle loro famiglie.

Gestione cookie