“La piccola Petra d’Abruzzo”: il monastero di San Martino e le omonime gole del Parco Nazionale della Majella.
Le Gole di Fara San Martino si trovano in Abruzzo, nel comune di Fara San Martino in provincia di Chieti, un borgo di poco più di 1200 abitanti. Le gole e il monastero di San Martino sono due dei novantacinque geositi identificati in tutto il territorio del Parco della Majella, nominato recentemente Geoparco UNESCO, poiché custode di particolarità geologiche, della biodiversità, della storia dell’uomo e della sua cultura.
Fara San Martino viene chiamata anche la “Petra d’Abruzzo” per le sue gole che costituiscono un canyon davvero suggestivo dove potersi addentrare letteralmente nelle viscere della montagna. Le Gole di Fara San Martino costituiscono una stretta e lunga apertura nella roccia tanto da formare un vero e proprio canyon attraversabile a piedi.
Come arrivare alle Gole di Fara San Martino
Secondo la leggenda locale, queste gole furono aperte da Fra Martino con le sue braccia, per consentire al popolo della Majella di accedere ai pascoli sulle montagne. Ma come ci si arriva? Il punto di partenza del percorso è semplice. Prima di giungere alle gole si incontreranno le sorgenti del Fiume Verde, poi bisognerà percorrere un breve tratto sterrato in salita di circa 300 metri per giungere all’ingresso del percorso delle gole di Fara San Martino.
Bisogna prendere il sentiero H1 dal parcheggio in prossimità delle Gole, che è situato nella parte bassa della città di Fara ed è ben segnalato dai cartelli turistici. Qui è anche possibile noleggiare a un caschetto che è altamente consigliato perché dall’alto potrebbero cadere dei sassi.
Durante il cammino si scorge il Monastero di San Martino in Valle, incorniciato nella roccia e portato alla luce da scavi recenti. Di questo suggestivo luogo si conosce ben poco. Probabilmente la struttura di cui si possono vedere i resti sorse su un insediamento eremitico, costituito inizialmente da una cella scavata nella roccia. La sua presenza è stata attestata per la prima volta nell’829 e tra il IX e il XVIII secolo ha subito diversi rifacimenti.
Dopo aver raggiunto l’eremo le opzioni sono due. I più allenati e temerari possono decidere di proseguire il percorso a piedi per inoltrarsi in un trekking impegnativo di 9 ore che conduce fino alla vetta del Monte Amaro, a quota 2793 metri. Oppure si può tornare indietro.
In conclusione, questo luogo può essere veramente uno scrigno di tesori nascosti, da scoprire a piccoli passi!