Ultima ingegnosa trovata messa in atto con truffe telefoniche che stanno mandando sul lastrico più di una persona
Si chiama “spoofing” la nuova truffa telematica in voga negli ultimi tempi, che ha già mietuto centinaia di vittime in tutta Italia. In pratica si riceve una telefonata proveniente da un vero numero di una banca, di un ufficio postale e in qualche caso anche da un ufficio della polizia, che consente al ladro informatico di ottenere informazioni utili a rubare dati sensibili, credenziali e a volte direttamente anche soldi.

Negli ultimi giorni, si sono verificati numerosi episodi di truffa ai danni di cittadini italiani. I malfattori, fingendo di essere dipendenti della Polizia Postale, chiamano ignari cittadini da un numero in particolare e li inducono con raggiri a parole e pressioni psicologiche a effettuare bonifici su vari conti correnti. Sottraendo così ingenti somme di denaro prima che il malcapitato si accorga della truffa.
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Sistemi sempre più ingegnosi
Siamo tartassati continuamente da telefonate con numeri sconosciuti che fanno suonare in continuazione i nostri smartphone. Numeri dalla provenienza più disparata, da città e regioni italiane lontane da dove viviamo, ma anche da posti remoti all’estero, dal Marocco, come dalla Spagna, dalla Tunisia o dalla Grecia, e anche dal Regno Unito. Un piccolo giro del mondo che il più delle volte nasconde subdolamente un tentativo di frode che arriva a consumarsi anche semplicemente schiacciando il tasto “rispondi” del cellulare.

Ma non basta evitare di rispondere a questi numeri particolari, perchè negli ultimi giorni arrivano sempre più segnalazioni di truffe telefoniche fatte utilizzando numeri reali di utenze importanti, come istituti bancari, enti pubblici e persino la centrale della Polizia. Si chiama “spoofing”, dall’inglese “to spoof” che significa “ingannare”, “manipolare”. E’ l’ultima generazione di una truffa molto diffusa, soprattutto tramite l’uso del telefono, sia da mobile sia da fisso. In pratica il malcapitato viene raggirato credendo di parlare con una vera utenza e tende quindi a fidarsi delle richieste che gli vengono fatte.
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La finta-vera telefonata della Polizia
E proprio utilizzando questa tecnica che una donna di 50 anni, residente a Chieti in Abruzzo, si è vista sottrarre una ingente somma di denaro sotto i propri occhi. In pratica la donna riceve una telefonata da un imbroglione che si presenta come un operatore di un’agenzia bancaria di Chieti per avvisare la signora di anomali “tentativi” di movimenti sul suo conto corrente, invitandola ad andare in filiale per capire cosa sta accadendo, ma subito dopo arriva la seconda telefonata dal numero fisso della questura di Chieti.

Una seconda persona dai modi e dai toni affabili e rassicuranti che spiega alla donna di essere a conoscenza della questione perchè informata dalla banca e la invita, mentre resta al telefonato con il finto poliziotto, a recarsi in filiale per effettuare un bonifico urgente su un altro conto corrente, declamato sicuro e inattaccabile, con tanto di Iban, dell’intera somma presente sul conto: 47.810,79 euro. A quel punto, seguendo sempre le istruzioni al telefono, la donna effettua il trasferimento dell’intera somma di denaro. Soltanto pochi attimi dopo si rende conto però che non esiste nessun incaricato della questura di Chieti che segue queste vicende e che i soldi sono così finiti in mano al truffatore.





