Un’indagine della Guardia di Finanza mette in evidenza come le zone di Vasto e Lanciano siano le più esposte al traffico dei falsari di banconote.
Di malintenzionati ne è pieno il mondo e, molto spesso, si ritrovano ad agire in mezzo alla popolazione senza che nessuno se ne renda conto. Esistono inganni tra i più infimi e tutti riconducono al denaro, ogni truffa è compiuta per denaro. Ma cosa succede quando è il denaro stesso a essere oggetto del raggiro? La Guardia di Finanza, grazie a un’indagine, ha abbastanza dati per rispondere alla domanda.
Secondo gli ultimi dati infatti, in Abruzzo vi è un traffico di banconote false non indifferente che colpisce delle zone in particolare più di altre, esponendo ignari cittadini o imprenditori, ad aver a che fare con una piaga estremamente difficile da debellare e da evitare. In un report, messo a disposizione dalle forze dell’ordine, si evidenziano le zone più afflitte dal problema e il taglio maggiormente diffuso.
Che banconote girano in Abruzzo?
Una piaga che affligge l’Abruzzo e tutto il territorio italiano, è quella delle banconote false: facili da mettere in giro, difficili da riconoscere e debellare. La Guardia di Finanza è continuamente all’opera per cercare di rintracciare i più grandi traffici legati a queste banconote e con un report, sono stati ricostruiti alcuni punti nevralgici dei falsari, nonché i tagli più diffusi.
Si parte dalla provincia di Chieti, dove la Guardia di Finanza nel 2023 ha svolto un lavoro quanto più accurato possibile, arrivando a sequestrare ben 415 esemplari di banconote false da 50 euro, il taglio più diffuso a Chieti e dintorni, per un ammontare totale di 20.750 euro. In totale, nella provincia teatina, il valore totale di tutte le banconote sequestrate, è di più di 29 mila euro.
In particolare, i comuni più interessati da questi scambi sono quelli di Vasto, San Salvo, Lanciano, Chieti e San Giovanni Teatino. Diversi i reati a carico d’ignoti segnalati alle Procure di competenza. Dopo le banconote da 50 euro, i tagli più diffusi e scambiati sono quelli da 20 euro con 195 esemplari, quelli da 100 euro con 42 esemplari, quelli da 10 euro con 9 esemplari e infine quelle da 200 e 5 euro, rispettivamente con un esemplare a testa.
Del fenomeno ha parlato il comandante provinciale delle Fiamme Gialle, Michele Ladarola che ha spiegato come la contraffazione, non sia più un’operazione grossolane e di facile individuazione, ma relegata all’utilizzo di affinate tecnologie in materia, che rendono sempre più complicato il processo di identificazione. Il comandante ha invitato alla prudenza nella spendita di banconote.