Arrivano i dazi, ecco quanto costerà il caffè in Abruzzo

L’introduzione di dazi sui prodotti importati negli Stati Uniti, fortemente voluta dal presidente Donald Trump, potrebbe avere ripercussioni pesanti per migliaia di aziende italiane

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lanciato il suo ultimatum e ha minacciato tutti i paesi dell’Unione Europea interessati che a partire dal prossimo agosto verranno introdotti dazi al 30% sulle importazioni provenienti dall’Europa. Negli ultimi giorni le trattative tra le due parti si susseguono frenetiche, con l’Ue impegnata a ridurre la portata delle barriere commerciali, anche ventilando l’ipotesi di ricorrere lei stessa alla carta dei dazi. Tra i prodotti che potrebbero subire un danno economico rilevante c’è il caffè, che fa registrare alti volumi d’affari per le aziende italiane negli USA.

Caffè
Arrivano i dazi, ecco quanto costerà il caffè in Abruzzo – Abruzzocityrumors.it

In Italia il caffè resta un’ istituzione, una sana abitudine che da sempre accompagna la nostra quotidianità, un business che vale 5,2 miliardi annui, di cui 2,9 derivano dal mercato interno, consumiamo 95 milioni di tazzine al giorno, per lo più a casa, tra moka e le più moderne capsule e 2,3 dalle esportazioni, che sono il vero fattore di crescita (nel 2023 +6,8 per cento) visto che il consumo domestico invece resta sempre piuttosto rigido. L’Italia infatti non è il Paese che beve più caffè al mondo, dato che, in questa speciale classifica, siamo al 13 posto con 5,9 kg pro capite, abbiamo però la qualità del prodotto che lo rende tra i più esportati al mondo.

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Una vera guerra commerciale

“A partire dal 1° agosto 2025, applicheremo all’Unione Europea un dazio doganale del 30% su tutti i prodotti inviati negli Stati Uniti, separato da qualsiasi altro dazio settoriale. Le merci transitate attraverso altri Paesi per eludere un dazio più elevato saranno soggette al dazio più elevato”. Questa una delle famose lettere che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inviato alla presidente dell’Unione europea Von del Leyen per annunciare l’inizio di quella che possiamo considerare una vera e propria guerra commerciale, che secondo Trump servirà a proteggere l’economia statunitense e influenzare le relazioni commerciali internazionali.

Presidente USA
Una vera guerra commerciale – Abruzzocityrumors.it

Non sappiamo se tra dieci giorni realmente saranno messe in pratica queste intenzioni, perchè le varie diplomazie sono subito entrate in azione per raggiungere un accordo tra le parti. Il rischio reale è che molti dei prodotti che esportiamo o che importiamo direttamente dagli USA subiscano delle importanti variazioni di prezzo con tutte le conseguenze del caso, anche sull’inflazione. Uno di questi prodotti, forse il più amato dagli italiani, è il caffè, una piacevole abitudine che porta a bere quasi 100 milioni di tazzine al giorno, senza considerare quello che ci prepariamo da soli a casa.

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Il costo della tazzina potrebbe aumentare vertiginosamente

Sono tante le aziende italiane che sfruttando la nostra tradizione secolare lavorano nell’industria del caffè, esportandolo in molti paesi europei, nel sud America e ovviamente anche negli USA. L’Italia infatti resta uno degli attori principali del business globale del caffè, che da solo vale all’incirca 250 miliardi di dollari, dominato ovviamente dalle grandi multinazionali, infatti grandi e medie imprese nazionali sono riuscite a guadagnare un’ importante fetta di questo redditizio mercato. Non soltanto le più famose come Lavazza o Illy caffè, ma anche piccole realtà locali sono riuscite a farsi conoscere nel mondo. Una di queste è la Caffè Mokambo, azienda abruzzese del settore, un vanto assoluto per l’intera regione, un’ azienda teatina a conduzione familiare che, partendo da Chieti, si è ritagliata un ruolo importante nel panorama nazionale della filiera del caffè. Oggi esporta in Spagna, Francia, Inghilterra, Germania e appunto Stati Uniti.

Dazi
Il costo della tazzina potrebbe aumentare vertiginosamente – Abruzzocityrumors.it

Anche la Mokambo, quindi, rischia di essere penalizzata dai dazi al 30% minacciati dal tycoon che dovrebbero scattare dal primo agosto, a meno che l’Unione europea non trovi un accordo, una vera e propria mazzata per l’export dell’azienda. “Certo che fanno paura: tariffe doganali al 30% significa un’impennata dei prezzi e una forte contrazione di mercato. Ma il problema vero è che i dazi sono solo l’ultimo di una serie di problemi che si sono accumulati negli ultimi anni in questo settore. Da dopo il Covid è cambiato tutto”, racconta Nicola Di Nisio, ceo dell’azienda abruzzese, “a fine 2019 una tonnellata di caffè del tipo “robusta” costava 1300 dollari. Oggi, per lo stesso quantitativo se ne pagano 5500”.

I dazi farebbero schizzare il prezzo della tazzina a 1,50 euro, un vero salasso per la quotidianità degli italiani, che poi farebbe salire a catena anche il prezzo di tutti gli altri prodotti da banco, come cappuccino, caffè macchiato, caffè freddo e così via. Alla fine comunque resta anche la ragionevole speranza che Trump abbia “sparato” alto per poi accordarsi diversamente. “La mia impressione è che Trump sia un tipo che minaccia molto di più di quanto alla fine “morda”. O almeno spero che sia così. Devo essere speranzoso, perché se li mette sono guai seri“, conclude ancora Di Nisio.

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