Chieti. Piove a dirotto sul capoluogo teatino, e anche sul suo ateneo. E anche dentro l’ateneo. Vere e proprie cascate all’interno della nuova facoltà di Farmacia, dove gli uscieri rimediano con dei secchi. Ma non è un caso estremo, dicono gli studenti: “Succede ogni volta che piove”. E l’acqua mette a rischio suppellettili e impianto elettrico.
Si è aperto il cielo, si potrebbe dire oggi a Chieti. Violento il temporale che nel pomeriggio si abbattuto sul capoluogo teatino. Se ne sono accorto anche gli studenti dell’università D’Annunzio, ma non solo dai tuoni e dalla pioggia che ha rigato i vetri delle finestre. Gli allievi della facoltà di Farmacia hanno dovuto aprire gli ombrelli anche all’interno del nuovo plesso, inaugurato intorno al 2009. Quando attorno alle 15:30 il nubifragio ha dato sfogo a tutta la sua potenza, ai piani più bassi della struttura l’acqua ha preso a sgorgare a catinelle dai pannelli di cartongesso del controsoffitto. Un inconveniente al quale gli studenti sono ben abituati: “Succede sempre, fin da quando hanno aperto il nuovo plesso”, riferisce una studentessa, “quando piove mettono dei secchi per raccogliere la pioggia e ogni tanto troviamo qualche banco dell’aula lettura circondato dal nastro bianco e rosso perché ci piove sopra”. Ma stavolta, la violenza concentrata del temporale ha reso insufficiente ogni ‘potente’ mezzo. I locali del bar del livello seminterrato -2 sono stati completamente allagati da una vera e propria cascata proveniente da un pannello installato accanto all’impianto al neon d’illuminazione. Serio il pericolo di un corto circuito, avvertito palesemente anche dallo studente che, telefonino alla mano, ha girato un filmato per documentare il tutto. Dalle riprese si avverte la rassegnata ironia dei ragazzi. C’è chi scherza: “Una doccia emozionale”, mentre osserva i bidoni tracimare, e chi critica citando Totò: “E noi paghiamo”. Più teso il viso degli addetti al bar, che con degli spazzoloni cercano di raccogliere l’acqua in un punto del pavimento meno trafficato. Non va meglio nel corridoio adiacente, la cosiddetta ‘terra di mezzo’ che collega Farmacia alla facoltà di Scienze infermieristiche, dove sono stati misurati ben 3 centimetri d’acqua sul pavimento. E anche salendo di un piano la situazione non migliora: nell’atrio dove c’è la postazione degli uscieri, solitamente risparmiato dalle infiltrazioni, stavolta l’allagamento c’è stato. Acqua sui banchi della zona lettura e nei corridoi rivestiti in parquet, dove il passaggio è obbligato per accedere alle aule che ospitano le lezioni. Allagamento ‘straordinario’ anche al quarto piano, nei corridoi che portano al dipartimento di Organica, dove per la prima volta si sono formate delle pozzanghere a terra. Stesso disastro anche nell’ingresso al laboratorio di Ultrastrutture, al -2, dove la pioggia scroscia perfino dalle cornici stesse dei lampadari.
Daniele Galli