Diverse le ipotesi di reato contestate all’indagato, dalla realizzazione e gestione di discarica non autorizzata al danneggiamento, fino all’inquinamento delle acque.
Secondo gli inquirenti, infatti, ogni giorno un terzo laghetto presente nell’area fungeva da vero e proprio sito di discarica del letame proveniente dai box di ricovero dei circa 50 cavalli ospitati nella struttura, risultata priva di concimaia. Sostanzialmente un corpo idrico, in probabile connessione con il fiume Pescara, che ha funzionato da recettore giornaliero di sterco e rifiuti zootecnici.
Le indagini, condotte dagli uomini della sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale dello Stato e dal personale del Comando Stazione di Chieti, sono partite da una segnalazione del personale del Servizio Aereo del Corpo Forestale dello Stato che quotidianamente monitora il territorio e che aveva notato insoliti movimenti nei pressi del laghetto. Il controllo degli animali effettuato dal Servizio CITES di Pescara, la verifica delle autorizzazioni all’attività sportivo/ricreativa ed accertamenti sul personale (extracomunitario) a servizio della struttura, hanno completato il quadro del controllo.