Francavilla, a Palazzo Sirena convengo sulla disabilità intellettiva

convegno_palazzo_sirena_su_disabilit_mentaleFrancavilla al Mare. “La disabilità è un argomento a cui tengo moltissimo. Chi convive con la disabilità può capire le problematiche che sono legate ad essa. Volevo ringraziare e fare i complimenti ad Antonio Ciancarelli che ci ha proposto questo convegno. L’associazione Onlus Jonas si occupa della disabilità che abbraccia tre ambiti: cura, paziente e famiglia. Questo convegno fa capire che ci si deve occupare del disabile ma anche dell’intera famiglia”.

Lo ha detto l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Francavilla, Patrizia Gasparri, al convegno intitolato “Disabilità intellettiva. Problematiche di relazione tra la famiglia e gli operatori” tenutosi lo scorso pomeriggio a Palazzo Sirena organizzato dall’associazione Onlus Jonas con il sostegno dell’amministrazione comunale e della Fondazione Istituto Santa Caterina.
“Vorrei fare un ringraziamento agli operatori e agli assistenti sociali – ha aggiunto lo psicologo e membro del Centro Jonas, Antonio Ciancarelli – sono contento della riuscita di questo convegno, ringrazio l’amministrazione comunale per l’appoggio. il rapporto che ha un disabile con la famiglia è fondamentale. Questo convegno si occupa del rapporto che c’è tra il disabile, l’operatore e la famiglia. Il soggetto è il prodotto dell’altro, vale a dire che un essere umano è tale solamente se sta a contatto con un altro essere umano, un esempio è il bambino selvaggio”.
“Ringrazio l’amministrazione di Francavilla che è sempre molto sensibile verso queste tematiche – ha detto Roberto Giambuzzi, dirigente psicologo e psicoterapeuta del CSM di Ortona – c’è bisogno di arte intesa come creatività. Arte significa anche conoscenza di strumenti e di tematiche. Si deve fare un puzzle tra l’utenza, le istituzioni e le associazioni. I disturbi mentali sono considerati i più gravi per quanto riguarda la salute pubblica, nel frattempo si fa uno studio per prevenirli. Noi vogliamo fare uno studio individualizzato andando a vedere le persone. Il disabile ha delle potenzialità che devono essere sviluppate. Ad esempio ci sono dei ragazzi che ho seguito che hanno delle buone capacità musicali, capacità che non tutti abbiamo. Per la famiglia i tempi di accettazione della disabilità sono più lenti. Spesso noi operatori siamo troppo interventisti, questo perché, essendo delle persone, ci facciamo prendere dall’emotività. Per quello che ho visto su questo territorio sono ottimista per quanto riguarda la cura della disabilità”.
Francesco Rapino

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