Chieti. “Signor presidente, adesso dia seguito al suo impegno, assunto qualche mese fa, di “impegnarsi ad evitare lungaggini burocratiche, snellendo tutte le attività di rito in modo che i procedimenti amministrativi vengano ridotti quanto possibile”. Perché purtroppo, relativamente al mio caso, posso dire che siamo lontani dalla realtà”.
Lettera aperta al presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, di un piccolo imprenditore edile, Nicolò Giorgio Cerretano, residente ad Orsogna ed iscritto alla Cna, titolare della ditta che porta il suo nome: dal 2010, nonostante i lavori per la realizzazione, a Vasto, del nuovo centro per il sostegno a persone affette da un grave handicap non ha vista neppure un centesimo.
Il contratto per i lavori di ristrutturazione dell’edificio sottoscritto ad ottobre del 2010 (per oltre 212mila euro di importo complessivo) è stato pressoché onorato integralmente dalla piccola impresa, senza che però questo sia valso a ottenere, almeno per il momento, neppure un centesimo. “Il solo risultato ottenuto è stato il rilascio di alcuni certificati, da parte della Provincia – dice Cerretano – che attestato l’avvenuto avanzamento dei lavori. Con quelli, pagando robusti interessi e commissioni, ho dovuto fare ricorso ad una società di factoring per ottenere anticipazioni sull’importo. Pago una decina di dipendenti – prosegue – senza considerare altri contrattualizzati a tempo parziale. Pago regolarmente i contributi previdenziali, come attestano le certificazioni, ma così certo non posso tirare avanti a lungo: dal presidente della Provincia, che pure ho investito direttamente del problema, ho ricevuto tanto cortesi quanto generiche assicurazioni di interessamento al caso”.
“Si tratta di un problema di grave entità anche nel nostro territorio – conferma il direttore della Cna di Chieti, Letizia Scastiglia – che mette in discussione la sopravvivenza di tante micro-imprese. Il passo citato da Cerretano è una lettera che proprio Di Giuseppantonio ci ha inviato, qualche settimana fa, in risposta a una nostra sollecitazione sui tempi di pagamento. Gli enti pubblici dovrebbero affrontare il problema in modo straordinario, come una vera e propria emergenza sociale, perché diversi settori della nostra società considerano i ritardi di pagamento un vero e proprio cancro, che mina alla radice la salute del nostro sistema produttivo”.