Sambuceto. Il Centro di Ricerca della Procter&Gamble chiude i battenti. Ancora una vittima, dunque, del sistema di globalizzazione e internazionalizzazione del mercato economico. La multinazionale americana, che si occupa di ricerca su materiali assorbenti e antiodore, ha infatti deciso di chiudere lo stabilimento teatino e trasferire, entro la metà del 2012, i 130 ricercatori tra gli Stati Uniti, l’Europa e l’Asia.
Una notizia che ha creato molto sconcerto e preoccupazione nell’ambiente dei sindacati. Secondo quanto riferito dalla Cgil Chieti, il piano prevede il rientro di una parte dei 130 ricercatori alle dipendenze della Fater, azienda leader nella produzione di pannolini in Italia, che qualche anno fa creò il centro di ricerca a Sambuceto, ceduto successivamente alla Procter.
Per il presidente della Regione Gianni Chiodi, resta comunque una “brutta notizia”. “Dobbiamo lavorare molto” ha detto “e vedere quali proposte potremo fare alla multinazionale, anche se tutti conoscono le difficoltà del mercato del lavoro e la mancanza di fondi”.
Molto preoccupato anche il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio. “Le professionalità che vi lavorano e il nostro territorio non possono essere umiliate né sacrificate a logiche puramente aziendali”.
E sulla chiusura del centro di ricerca è intervenuto anche il capogruppo IdV alla Regione Carlo Costantini. “E’ un segnale pericolosissimo” ha commentato “per un contesto socio-economico che fino a ieri ha pensato di poter compensare la perdita di appeal dei settori produttivi tradizionali con la crescita di quelli legati alla ricerca ed all’innovazione e che oggi, invece, scopre improvvisamente di aver perduto anche questa prospettiva. La cosa più importante in questo momento è scoprire le reali ragioni di questa scelta, per poi, un minuto dopo, iniziare a lavorare per mettere in campo tutti insieme, a partire dal sistema universitario regionale, una proposta capace di obbligarli a ripensarci. Chiodi e Castiglione considerino quella della Procter & Gamble una priorità assoluta su qualsiasi altra ipotesi di intervento o di investimento, perché in questa vertenza non sono in ballo solo i posti di lavoro, è in ballo l’intera prospettiva di rilancio dell’economia regionale”.