Lanciano. “Gli economisti di tutto il mondo, gli italiani e soprattutto i lancianesi sono in lutto per la perdita di un vero grande saggio. Marcello De Cecco, nato a Lanciano, è morto a Roma la scorsa notte all’età di 77 anni.
Economista monetario di caratura straordinaria e fama mondiale, De Cecco è entrato nell’olimpo degli economisti monetari fin da giovane, affermandosi come massimo esperto mondiale della storia del sistema gold standard”.
A ricordare la figura di De Cecco è il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo.
“La sua è stata una carriera scientifica ai massimi livelli, animata da una visione tanto penetrante quanto pragmatica, refrattaria agli ideologismi della teoria economica. Come sanno bene i suoi avidi lettori del quotidiano ‘La Repubblica’ – prosegue il primo cittadino – aveva la qualità unica di saper cogliere in vicende istituzionali apparentemente minori le grandi linee che avrebbero caratterizzato l’evoluzione dei nostri sistemi economici.
Come sanno bene i suoi colleghi di tutto il mondo, Marcello De Cecco era innanzitutto un lancianese: dovunque e con chiunque si trovasse, parlava di Lanciano con l’accento lancianese del suo inglese altrimenti perfetto.
Ricordo con grande affetto l’ultima volta che l’ho incontrato nella sua casa di campagna in contrada Bardella, a San Vito. Come al solito, quel giorno è riuscito nell’impresa di coniugare nella stessa persona la finezza dell’intellettuale e studioso delle dinamiche economiche mondiali con la curiosità per le vicende quotidiane e popolari della sua amata Lanciano, la città che gli ha dato i natali nel 1939.
L’Amministrazione comunale saprà rendere concreto e tangibile il ricordo di un grande lancianese che ha dato lustro e prestigio internazionale alla nostra città. Rivolgo ai familiari, anche pubblicamente – conclude Pupillo – le più sentite condoglianze a nome della città di Lanciano”.
“Mi colpisce con dolente fragore la notizia della morte di Marcello De Cecco, economista di livello eccelso, nativo di Lanciano. La sua visione della finanza mondiale è stata tanto disincantata quanto cristallina: egli ha saputo analizzare col rigore del giurisprudente tutti i risvolti dei mercati internazionali”.
Così, in una nota, il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso.
“L’ho incontrato per l’ultima volta – rammenta il governatore – il 30 gennaio dell’anno scorso al teatro Circus di Pescara, dove avevo organizzato un convegno per celebrare la figura di un altro grande economista abruzzese: Federico Caffè.
Ricordo che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco – ospite speciale dell’evento – si mostrò entusiasta nell’apprendere che nel panel dei relatori sarebbe stato presente De Cecco. Marcello – osserva D’Alfonso – è uno di quei figli dell’Abruzzo di cui tutti noi dobbiamo essere orgogliosi: per la sua intelligenza, per il suo esempio, per la sua dirittura morale.
Pensammo a lui anche come candidato presidente della Regione nel 2005 ma egli non volle scendere in politica poichè desiderava continuare a studiare e a dedicarsi alla formazione delle nuove generazioni.
Sarà mia cura – fa sapere il presidente – onorarne quanto prima la memoria con un incontro di eccellenze. Oggi ne piango la scomparsa e rivolgo alla sua famiglia le mie piu’ sentite condoglianze”.
“Con la morte di Marcello De Cecco si spegne una mente innovativa e competente dell’economia italiana. Ho avuto modo di ascoltarlo in più occasioni, ogni volta mi sono trovato davanti un uomo innamorato e legato alla sua terra, con la passione vivida per tutto ciò che significa crescita, sviluppo e progresso.
Attraverso i suoi studi che riguardavano il panorama nazionale e internazionale ha sempre trovatoi il modo e il tempo di raccontare anche crescita e decrescita dell’Abruzzo, a cui tornava spesso e dedicava la sua attenzione mettendosi a disposizione della comunità.
Perdiamo un innovatore con le radici ben salde nella terra, che ha saputo dare al mondo economico un contributo grande in termini di passione, talento e formazione. Amava parlare ai giovani, certo che avessero un ruolo determinante nel migliorare il mondo. Alla famiglia il cordoglio di tutta l’Amministrazione”.
‘Con Marcello De Cecco l’Abruzzo perde una delle sue più grandi personalità.
Un economista e un intellettuale di levatura mondiale che avrebbe meritato maggiori riconoscimenti da parte delle istituzioni della sua terra di origine. Non credo che ovviamente a lui interessasse molto l’essere riverito dalle classi dirigenti locali, ma la nostra comunità regionale avrebbe potuto imparare molto da lui.
Fondamentale fu il suo contributo nel rimuovere ogni dubbio sulla fondatezza della battaglia contro la petrolizzazione.
Ricordo una decina di anni fa, agli inizi della battaglia contro il Centro Oli, che partecipai a un’iniziativa a Lanciano con lui e Maria Rita D’Orsogna.
De Cecco che certo non era un nemico del progresso tecnologico né della modernità spiegò le ragioni anche economiche su cui fondare un secco NO a impianti non compatibili con le vocazioni del nostro territorio.
Ho sempre nutrito un’enorme stima per Marcello De Cecco e ho sempre pensato che sarebbe stato un’eccezionale Presidente per la nostra Regione.
So che una comune amica glielo aveva anche raccontato e quindi in questa giornata triste saluto il Presidente che avrei voluto avere’, dichiara in una nota Maurizio Acerbo, Rifondazione Comunista