Con l’arrivo del periodo pasquale, i Carabinieri hanno intensificato le attività di controllo nelle aziende produttrici di prodotti tipici della Pasqua. Ecco cosa hanno trovato.
La Pasqua è quel periodo che, dopo aver smaltito abbondantemente l’atmosfera natalizia, permette di rivivere la magia delle grandi tavolate imbandite, dei parenti che non si vedevano da mesi, degli amici che tornano a casa solo per pochi giorni. Si tratta di giorni, quelli pasquali, pieni di tradizioni anche culinarie, con determinati piatti che vanno dal dolce al salato, che accompagnano l’intensa settimana.
Proprio in questo periodo però, per sopperire alla grande richiesta di alcuni prodotti, si potrebbero presentare delle situazioni nelle quali i produttori di tali prodotti lesinano sul controllo delle condizioni igienico-sanitarie. Per cercare di evitare contaminazioni e prodotti scadenti, entrano in azione di Carabinieri per la Tutela della Salute, intensificando le attività di controllo. L’operazione è stata svolta d’intesa con il Ministero della Salute.
Cosa hanno trovato
Il Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute, nel periodo di Pasqua, si attiva per riuscire a intercettare quei produttori di cibi tipici della tradizione che, per sopperire alla grande richiesta, finiscono col mancare alcuni accertamenti qualitativi. Due i punti su cui si punta particolarmente: la vigilanza sulle procedure igieniche impiegate e sulla sicurezza degli ingredienti utilizzati, con particolare riferimento ai prodotti dolciari come le Colombe.
Ciò che è emerso è stato un quadro non proprio dei migliori, con diversi produttori che sono finiti, per ingenuità o per volontà, con l’essere pizzicati dai Carabinieri che hanno trovato situazioni su cui porre attenzione: sono state rilevate violazioni relative alla carente pulizia degli ambienti di lavorazione e di deposito dei prodotti oltre alla mancata applicazione delle procedure di sicurezza alimentare.
Un altro problema emerso, relativamente ai prodotti utilizzati, è la mancata tracciabilità di questi oltre all’etichettatura irregolare. Nei casi più gravi, sono stati rinvenuti prodotti scaduti e mal custoditi in ambienti molto umidi, esposti non solo agli agenti atmosferici ma anche a insetti e roditori. Sono stati effettuati ben 840 ispezioni in tutta Italia. Di queste, 35 in tutto l’Abruzzo.
Parlando di numeri dunque, ciò che emerge è la presenza di irregolarità accertate presso 324 strutture e aziende, la contestazione di 574 violazioni penali e amministrative, per un ammontare di 425 mila euro, e il sequestro di complessive 2 tonnellate di alimenti, per un valore stimato in oltre 267 mila euro. In alcuni casi, si è sfiorata la truffa: uova e colombe di produzione industriale venivano scartate e vendute come “prodotti artigianali” a prezzi maggiorati.