Un problema, quello delle carceri italiane, che si trascina da anni, ma che ora grazie a un nuovo regolamento approvato dal Ministero degli Interni potrebbe essere risolto
Nella giornata di ieri il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha approvato, in esame preliminare, un regolamento da adottarsi con decreto del presidente della Repubblica che apporta modifiche all’organizzazione del ministero della Giustizia, degli uffici di diretta collaborazione del Ministro, dell’Organismo indipendente di valutazione e alla banca dati nazionale del Dna. Una soluzione che potenzia il corpo della polizia penitenziaria e la sua dislogazione sul territorio.

Le carceri italiane da sempre soffrono di diverse problematiche, dalla carenze di strutture all’anzianità di alcuni istituti di pena, fino al sovraffollamento che condiziona anche la vita dei detenuti all’interno delle carceri. Solo nell’ultimo anno si è registrato nelle 189 carceri italiane un aumento di reclusi da 58.428 mila a 61.758 dei quali 2.686 donne e 19.507 stranieri. Carceri che ora risultano affollate per il 110% dell’effettiva capienza a disposizione.
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Il problema degli istituti di pena
Un problema quindi che riguarda tutta la struttura carceraria italiana e che ovviamente si ripercuote regione per regione. Nelle carceri abruzzesi però tutto si è amplificato dopo la decisione che ha ridisegnato la geografia amministrativa del sistema carcerario del centro Italia, accorpando l’Abruzzo alle regioni di Lazio e Molise. E le case circondariali di Sulmona, Avezzano e L’Aquila, ma anche quella di Chieti e Lanciano, hanno visto aumentare così in maniera esponenziale il numero dei reclusi, un problema che il sindacato della polizia penitenziaria ha esposto più volte agli organi competenti, senza però fino ad oggi aver visto migliorare le cose.

Ieri però il Consiglio dei Ministri ha approvato una proposta del Ministero della Giustizia. Si tratta di un regolamento volto a potenziare le strutture del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria mediante l’istituzione di due nuove direzioni generali dedicate specificamente alle specialità del Corpo di polizia penitenziaria e ai servizi logistici e tecnici del Corpo.
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Una boccata di ossigeno per le carceri abruzzesi
Il testo del nuovo regolamento approvato ieri aggiorna in maniera importante anche “la distribuzione territoriale dei provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria, con la creazione di un nuovo provveditorato per le regioni Abruzzo e Molise, con sede a Pescara”. L’apertura di questo nuovo Provveditorato dell’amministrazione Penitenziaria per Abruzzo e Molise, dislocato in via definitiva nella città abruzzese, segna un cambiamento decisivo nella gestione della sicurezza e delle risorse dedicate agli istituti penitenziari di queste regioni.

Questo perchè, con l’apertura della sede pescarese, è prevista una supervisione più diretta sulle esigenze di custodia, assistenza e sicurezza, riducendo i tempi burocratici e migliorando la comunicazione tra i diversi attori coinvolti, facilitando soprattutto la programmazione degli interventi e delle risorse umane, in primo luogo della Polizia Penitenziaria. La presenza del nuovo ufficio direttamente in Abruzzo non potrà che apportare benefici alla sicurezza del territorio e dei cittadini coinvolti.





