Sui social bisogna fare molta attenzione a non insultare nessuno, poiché le pene sono severissime: si parla di 1.300 euro di multa.
La società moderna è letteralmente plasmata dai social media, alcuni dei quali sono Facebook, Instagram, TikTok ecc. Ma qual è l’origine di questi social? In realtà, tutto cominciò negli anni 2000, dopo il crollo finanziario e la conseguente frenata del mondo digitale. Infatti, in quegli anni internet riuscì a riprendersi e a riconquistare le menti di milioni di persone, soprattutto con la nascita di numerosi servizi utili agli utenti, come ad esempio Wikipedia, LinkedIn, YouTube, Google ecc.
In altre parole, negli anni 2000 nacque il cosiddetto Web 2.0. Nel 2004, invece, fu fondato il social più famoso del mondo: Facebook. Quest’ultimo aprì le porte ad una nuova Era sconosciuta, che avrebbe cambiato il mondo e lo stile di vita di miliardi di persone.
Naturalmente, capita a tutti di incollerirsi e di lasciarsi sfuggire qualche parola di troppo. Talvolta, queste parole possono trasformarsi in parolacce o in pesanti offese, le quali ottengono quasi certamente una reazione nella vittima, che a sua volta potrebbe rispondere all’insulto o addirittura denunciare colui che l’ha aggredita verbalmente. Inoltre, le eventuali offese ricevute possono essere suddivise in due rami: “ingiuria” se sono dirette, “diffamazione” se sono indirette. Ma come si fa a capire se l’offesa è un reato? Coloro che scrivono delle recensioni negative leggermente aggressive, come ad esempio “In questo ristorante il cibo fa schifo” oppure “sei un uomo inutile”, talvolta possono essere considerati dei reati.
In altre parole, le frasi pericolose sono quelle che generano emozioni forti nella vittima, come le frasi sull’aspetto fisico, sulla propria etnia ecc. Inoltre, la legge italiana non mette sullo stesso livello gli insulti subiti in modo diretto, indiretto o tramite i social o altri mezzi di comunicazione. Infatti, ognuno di questi insulti risulta più o meno punibile, quindi la denuncia non può essere fatta in ogni caso. Pertanto, la legge afferma che l’aggressore verbale può essere denunciato solo per diffamazione, cioè quando la vittima è assente. In altre parole, quando un individuo insulta una persona che in quel momento non è presente, allora la denuncia è consentita. In questo caso l’aggressore verbale rischierebbe 2 anni di carcere oppure una multa di 2065 euro.
Inoltre, se l’episodio si verificasse sui mezzi di comunicazione, rischierebbe 6 mesi o 3 anni di carcere e una multa di 516 euro. Per quanto riguarda l’ingiuria, dal 2016 non è più un reato, quindi anche in questo caso non è più possibile effettuare una denuncia. Sui social, invece, le offese inviate privatamente sono considerate ingiurie, perciò non sono dei reati. Al contrario, le offese scritte sotto i post, magari taggando anche la vittima, sono dei veri e propri reati. In questi casi, l’aggressore potrebbe addirittura pagare una multa che andrebbe dai 100 euro ai 12.000 euro.