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Cronaca

Al via il fermo pesca in Abruzzo, pescherecci bloccati fino al 24 settembre: i dettagli

In Abruzzo ci sarà il fermo pesca fino al 24 settembre, la decisione è stata presa ormai: i pescherecci non potranno lasciare le coste per il prossimo mese. Ecco tutti i dettagli da conoscere.

Brutte notizie in arrivo per i cittadini e i ristoratori abruzzesi. Fino al 24 settembre non sarà possibile pescare lungo le coste dell’Adriatico, quindi non ci sarà pesce fresco a tavola. Il provvedimento è partito dal 19 agosto e durerà per più di un mese. I pescherecci dovranno obbligatoriamente restare ormeggiati al porto fino a settembre. Qualsiasi attività sarà segnalata alle forze dell’ordine, le quali provvederanno alle denunce nei confronti di chi non rispetterà il blocco.

Un peschereccio in azione – abruzzo.cityrumors.it

Il fermo pesca è stato annunciato da Coldiretti. L’Abruzzo non è l’unica area geografica nella quale scatterà un fermo biologico. Anche a Trieste, Ancona, Bari, Manfredonia sono state prese decisioni simili, anche se le date di scadenza del provvedimento sono diverse e possono variare di qualche giorno. Da San Benedetto a Termoli, il blocco durerà fino al prossimo 24 settembre. Ecco il motivo che ha portato le autorità competenti a prendere questa decisione. Come è ovvio che sia, non sono mancate le polemiche e, probabilmente, ce ne saranno ancora in futuro, come è già successo negli scorsi anni.

Fermo pesca, ecco perché è stato stabilito

Coldiretti precisa che sarà possibile trovare del pesce italiano, ma proveniente da altre aree geografiche. Pesce azzurro, alici, pesce spada, spigole, sarde, orate, sogliole, vongole e cozze provenienti da pescherecci di tutta Italia saranno presenti regolarmente nei mercati e, di conseguenza, nei ristoranti e sulle tavole degli italiani. Secondo Coldiretti, potrebbero esserci danni all’economia locale.

Dei pescherecci fermi al porto – abruzzo.cityrumors.it

Il motivo che ha spinto le autorità competenti a prendere questa decisione è legato alla tutela di alcune specie a rischio. La sostenibilità di queste specie è una priorità per Coldiretti, che sottolinea anche la quantità importante di posti di lavoro persi nel settore della pesca negli ultimi trentotto anni, cioè da quando il fermo pesca è entrato in vigore dal punto di vista legislativo.

Secondo Coldiretti, la misura più sensata sarebbe quella di introdurre restrizioni a strascico, mentre attualmente è previso un taglio fino al 30% della pesca nelle aree coinvolte. Sempre secondo Coldiretti, negli ultimi trentotto anni abbiamo assistito alla perdita di decine di migliaia di posti di lavoro e alla riduzione di un terzo delle flotte impegnate nel settore della pesca.

Salvatore Marsiglia

Nato qualche anno prima dell'invenzione dello smartphone, se la cava abbastanza bene anche con la tecnologia contemporanea. Appassionato di giornalismo da sempre, collabora con diverse testate da anni e prova a guardare il mondo attraverso un punto di vista diverso. Amante del blues, non disprezza il rock di un tempo. Nel tempo libero, gli piace indossare la sciarpa azzurra della sua squadra del cuore e leggere un buon libro.