I giudici di appello, infatti, hanno confermato la condanna di primo grado (10 anni con il rito abbreviato), perché hanno ritenuto inammissibile il ricorso presentato dai legali dell’uomo, che vive in una cittadina della Val Vibrata.
Non è da escludere che ora l’uomo, inizialmente detenuto ai domiciliari, possa scontare a pena (era stato condannato lo scorso 20 gennaio con il rito abbreviato) in carcere.
I casi che erano stati accertati, dopo un’attenta indagine, erano stati otto, con cinque famiglie che si sono nel frattempo costituite parti civili.