L’ennesima giornata campale per il trasporto ferroviario nella regione ha scatenato infinite polemiche tra i viaggiatori alle prese con troppi disservizi
In Abruzzo il problema del trasporto ferroviario è conosciuto da tempo, forse da troppo tempo. I treni restano tra i più vecchi in circolazione in Italia con l’età media dei convogli a 18,1 anni, in calo rispetto ai 19.5 del 2021, ma ancora molto lontana dai 14,6 anni del Nord. Ci sono intere tratte regionali oramai soppresse del tutto o ridotte a semplice attrazione turistica, restano solo 553 i km di linee a binario unico, l’81,8% del totale di 676 km, mentre non sono elettrificati 206 km, pari al 30,5% del totale.

Sembra sempre una semplice goccia nel mare quando poi vengono finalmente messi in servizio treni più moderni, come i 21 treni monopiano (11 elettrici e 10 ad alimentazione diesel) di ultima generazione entrati in circolazione sulle linee abruzzesi negli ultimi mesi, grazie all’ultimo investimento operato da Trenitalia che è andato ad “arricchire” il materiale rotante nella regione, in particolare nelle tratte da e per Chieti.
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Un problema cronico della regione
Vecchi, poco comodi, freddi d’inverno e caldi d’estate, perennemente in ritardo e soprattutto, negli ultimi tempi, anche fantasma. Questa è la drammatica situazione dei treni nella regione Abruzzo che ogni giorno causa enormi problemi a migliaia di lavoratori e pendolari costretti a fare i conti con disservizi continui.

Responsabile del trasporto regionale è la TUA, Società Unica Abruzzese di Trasporto S.p.A., nota semplicemente come Trasporto Unico Abruzzese, una società per azioni pubblica italiana, con la Regione Abruzzo come socio unico, che gestisce l’intero trasporto pubblico urbano, interurbano e ferroviario in Abruzzo. Proprio in questi giorni è divampata la polemica dopo la denuncia da parte di alcune associazioni sindacali della continua soppressione di alcune tratte, senza preavviso da parte dell’azienda: ben 181 da inizio anno.
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La protesta dei pendolari
Treni fantasma che spariscono dalla sera alla mattina, soppressi per mancanza di fondi, senza preavviso e che creano enormi disagi ai pendolari costretti a quel punto a fare delle autentiche evoluzioni per arrivare a destinazione. Le sigle sindacali tengono comunque a specificare anche che l’azienda regionale ha sopperito alle soppressioni affidando i servizi sostitutivi su gomma ad aziende private, sia per le corse del trasporto locale assoggettate a contribuzione pubblica sia per quelle di natura commerciale, come nel caso della Pescara Roma, ma il forte disagio resta sia per i lavoratori sia per i semplici viaggiatori.

A tutto questo si aggiunge la beffa finale dell’aumento delle tariffe uniche e del costo degli abbonamenti che potrebbero arrivare addirittura al 35% in più, dopo che lo scorso anno erano stati applicati aumenti anche sui biglietti e sugli abbonamenti del trasporto locale su gomma, con incrementi superiori al 30% in alcuni territori. Un vero e proprio salasso che come al solito ricade tutto sulle tasche dei contribuenti con il danno di un servizio sempre meno efficiente.





