Lanciano. Si chiama “Pegaso” la prima casa famiglia della zona frentana. Si trova a Lanciano, dove ha appena aperto in via Nasuti, ed è nata per accogliere i minorenni costretti a vivere fuori dalla famiglia d’origine, per provvedimento del giudice per il Tribunale dei minorenni e/o provvedimento amministrativo dei servizi tutelari.
La struttura è stata realizzata ed è gestita dalla società cooperativa Samidad Onlus, presieduta da Leopoldo De Lucia, ed è strettamente legata alla cooperativa “Aida” che avvierà corsi di formazione e percorsi di inserimento al lavoro per i ragazzi con più di 14 anni.
La casa famiglia, diretta da Anna Lucia Centra, è disposta su un unico piano di 270 metri quadrati che comprendono un soggiorno, dove i piccoli possono fare i compiti o rilassarsi, una grande cucina e quattro camere da letto in grado di ospitare fino a 9 bambini. Gli ambienti, accoglienti e colorati, sono stati arredati dalla Fondazione Ikea Italia, che ha donato i mobili. “Questa è una sfida – spiega Anna Lucia Centra – che intendiamo portare avanti con tenacia. Qui possiamo ospitare bimbi di età compresa tra i 6 e i 17 anni, ma ci sono anche due posti riservati ai neonati e ai piccoli fino a 5 anni. Intendiamoci, questo non è un posto per … sfigati. L’idea è di ricreare il clima familiare: la sfera affettiva, le relazioni, l’accrescimento delle potenzialità dei bimbi. Sarà questo il nostro modello educativo”. Al lavoro una equipe costituita da un’assistente sociale con ruolo di coordinatrice, Mary Fineo, due educatori professionali, tre operatori, uno psicologo. “L’obiettivo – afferma De Lucia – è di tenere i bimbi nel nostro centro al massimo per due anni e poi di reinserirli nelle proprie famiglie o avviare le pratiche per l’affido familiare o l’adozione. Per questo, laddove ci sarà consentito, lavoreremo a stretto contatto con le famiglie d’origine e per ciò abbiamo creato anche un Centro famiglie”.
La casa famiglia è completamente immersa nel verde: i bimbi possono vivere anche i giardini perché “riservati e protetti”. Oltre che per il gioco, gli spazi esterni sono utilizzati per realizzare anche piccole coltivazioni e laboratori botanici.
Primo Rapporto regionale “I bambini fuori dalla famiglia
La responsabile del casa famiglia, Anna Lucia Centra, della Onlus Samidad, è anche l’autrice del primo Rapporto regionale “I bambini fuori dalla famiglia”. Dallo studio, realizzato con dati dei Comuni e degli Ambiti Territoriali, si evince che nel 2011 – gli ultimi dati disponibili – i bambini allontanati in Abruzzo erano 556, mentre erano stati 484 nel 2010. Si tratta per lo più di “minori a rischio devianza”, di minori abusati, di minori nomadi o immigrati. I bambini tolti alle famiglie vengono generalmente assegnati a “comunità socio-educative” (38%) o si ricorre all’affido intrafamiliare (33%). Le cause che hanno reso necessario l’allontanamento per l’81% dei casi risiede nelle “competenze genitoriali”: i bimbi vengono trascurati o maltrattati. Il maggior numero dei piccolo allontanati rientra nella fascia di età compresa tra i 7 e i 14 anni (37%); a seguire 15- 17 (31%) e infine 0-6 anni (28%). La ricerca ha mirato a stabilire anche quali sono i costi medi affrontati dai Comuni per il mantenimento dei bimbi nelle strutture affidatarie: si va da un minimo di 71 ad un massimo di 94 euro al giorno.