Il Seminario sarà tenuto dal Prof. Guido Morgese, dell’Università di Siena e rientra nelle attività della Scuola di Specializzazione in Pediatria e del Dottorato di Ricerca in
Fisiopatologia Materno-Infantile. Le vaccinazioni contro le infezioni hanno avuto un ruolo straordinario nel salvare molti milioni di vite umane e nel migliorare la salute di centinaia e centinaia di milioni di persone, soprattutto bambini. Tuttavia, le vaccinazioni, che insieme alla potabilizzazione dell’acqua e all’uso degli antibiotici rappresenta il più grande successo della medicina negli ultimi due secoli, è tuttora motivo di diffidenza in alcuni settori della popolazione e, talvolta, tra gli operatori sanitari. Prevenire le malattie è il compito principale della sanità pubblica: per il singolo individuo e per la collettività, è sempre più facile e vantaggioso, anche in termini economici, prevenire una malattia piuttosto che curarla. I vaccini sono utili a chi li riceve perché impediscono che si contragga la malattia infettiva, ma sono utili anche a chi non si sottopone alla vaccinazione perché riducono in ogni caso il numero delle persone suscettibili all’infezione nella popolazione e ne ostacolano la facilità di diffusione. Anche molti vaccini utilizzati in ambito veterinario sono utili all’uomo perché capaci di prevenire molte malattie trasmissibili dall’animale all’uomo, per esempio la rabbia. Molte vaccinazioni sono obbligatorie per disposizioni di sanità pubblica e molte malattie dell’età infantile sono oggi prevenibili mediante la vaccinazione: per esempio il morbillo, la rosolia, la parotite e la pertosse. Queste malattie, nella maggior parte dei casi, hanno un’evoluzione benigna, ma a volte possono provocare complicanze anche fatali o causare danni permanenti, soprattutto cerebrali; ad esempio circa 1 bambino su 1000 che contrae il morbillo può avere una meningoencefalite da virus del morbillo. Sebbene la maggior parte delle vaccinazioni sia eseguita in età infantile o durante l’adolescenza, è importante ricordare che i vaccini possono essere eseguiti anche dagli adulti, soprattutto per quanto riguarda i ‘richiami’ periodici di alcune vaccinazioni eseguite da bambini, come, ad esmpio, l’antitetanica. Gli adulti potrebbero anche utilmente vaccinarsi se da bambini, non hanno contratto malattie come il morbillo o la varicella, prima che i loro figli contraggano a loro volta queste infezioni all’asilo o a scuola e li contagino. Questo perché diverse infezioni infantili possono spesso avere, nell’adulto, un andamento più serio e con più complicanze rispetto al bambino; inoltre, alcune vaccinazioni, come quelle contro il tifo, l’epatite A o la febbre gialla, sono a volte richieste per chi viaggia verso particolari Paesi, soprattutto tropicali. Sempre parlando di benefici dei vaccini per gli adulti, è importante ricordare che ogni anno viene preparato un nuovo vaccino antinfluenzale, che protegge con elevata efficacia contro i ceppi di virus dell’influenza responsabili dell’epidemia stagionale in quell’anno. Ovviamente, i vaccini possono avere potenzialmente effetti avversi: ad esempio il vaccino contro il morbillo può determinare encefalite in 1 caso su milione (cioè 1000 volte meno del virus del morbillo). Inoltre, la vaccinazione contro il morbillo con virus ucciso ha provocato negli anni ’60 vari casi di gravi reazioni, definite “morbillo atipico”. Nondimeno, debellare il vaiolo con il vaccino antivaioloso (primo vaccino utilizzato già alla fine del ‘700, quando ancora non si erano scoperti né virus, né batteri), è costato alcune morti e varie encefaliti. Infine, gli straordinari meriti del vaccino Sabin nel debellare la poliomielite non annullano i pur rari casi di paralisi nei soggetti con deficit immunitari. Vi è inoltre, da ricordare che sono stati anche riportati effetti collaterali da additivi ed eccipienti dei vaccini, come, ad esempio il Thimerosal. E’ quindi molto importante che la sorveglianza epidemiologica attenta e costante. Durante il Seminario sarà data importanza anche alla relazione tra vaccini ed autismo, che ha ricevuto la attenzione dei media ed ha avuto un grande impatto sulla opinione pubblica. Ebbene, allo stato attuale delle conoscenze non viè alcuna evidenza scientifica seria e documentata di questa relazione e non è possibile affermare che l’autismo o altre malattie neuropsichiatriche abbiano una relazione con le vaccinazioni, in particolare la vaccinazione contro morbillo-parotite e rosolia (alla quale era stata attribuita l’insorgenza di autismo). E’ molto importante che le persone siano correttamente informate su basi scientifiche e non sulle opinioni personali, prive di qualsiasi fondamento scientifico.