Anche Chieti aderisce alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, “Non resto in silenzio”, che si svolgerà in piazza Vico domenica dalle 11 alle 20.
La Giornata è riconosciuta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per dire no alla violenza sulle donne. L’evento teatino rientra, più in particolare, nelle attività di “Chieti più al femminile”, tavolo che vede la partecipazione delle rappresentanze femminili del mondo economico, culturale e professionale cittadino, di cui fanno parte Confcommercio, Confartigianato, CNA, CIA, UPA, Confindustria, Camera di Commercio, ”Da grande voglio crescere”, “Libridine”, “Camminando Insieme”, “Senonoraquando”, Auser-Unitel, Centro Antiviolenza Alpha, Soroptimist.
La violenza sulle donne si manifesta prevalentemente a livello sessuale e fisico ed è un fenomeno trasversale per estrazione sociale e grado di istruzione ed è intergenerazionale. Molte violenze vengono effettuate da mariti e conviventi italiani. Molte donne che hanno subìto violenza non hanno il supporto economico per andare via con i figli e non hanno il supporto a livello di forze dell’ordine e spesso non sono supportate dalla famiglia d’origine che non capisce il peso delle violenze.
“Bisogna creare una Rete territoriale” ha detto l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Chieti, Emilia De Matteo. “Recentemente è stata creata una Rete a livello regionale con una serie di progetti a cui noi abbiamo aderito. Bisogna lavorare affinché non si verifichino più queste situazioni drammatiche. ‘Chieti più al Femminile’ è un tavolo tecnico del Comune di Chieti che vede la partecipazione di Enti presenti sul territorio. Domenica faremo questo nuovo evento dove mostreremo delle foto che non saranno cruente. Tra gli obiettivi c’è un’attenzione verso i giovani in modo che crescano con i valori del rispetto per i diritti della persona. Il Ministero ha diffuso alcuni dati sulla violenza sulle donne: il 90% è sessuale, l’81% riguarda i maltrattamenti in casa, il 58% prostituzione minorile, il 30% omicidi volontari che vedono come vittime le donne. C’è un numero di pubblica utilità che fa parte della Rete Antiviolenza che è 1522”.
Francesco Rapino