In primo grado a Lanciano, il 4 maggio 2015, la Corte d’Assise derubricò il reato in maltrattamenti semplici e abbandono di persone incapaci. Bucciarelli venne così condannata a 3 anni di reclusione, mentre la figlia assolta con il medico condotto Ciro Gnagnarella, erroneamente ritenuto sanitario della struttura e chiamato in causa per concorso di reato.
Oggi i giudici aquilani hanno invece condannato a 2 anni di reclusione, pena sospesa, anche Arianna Di Tommaso, ritenuta coadiuvatrice della madre nella gestione del centro anziani. Confermata poi la condanna a 3 anni per la madre e l’assoluzione per il medico. La difesa delle donne preannuncia ricorso in Cassazione.
Nel suo atto accusatorio la procura di Lanciano sosteneva inoltre che molti anziani erano mal tenuti, alimentati con cibi scarsi e scadenti e somministrazione di farmaci senza prescrizione medica. Tutte le aggravanti caddero già nel corso della sentenza di primo grado.