Gli amministratori del comune teatino “sono convinti della palese erroneità ed illogicità della sentenza che, dopo aver integralmente rigettato le principali ed infondate accuse mosse dalla Procura regionale su sollecitazione dei consiglieri di minoranza e dopo aver riconosciuto la oggettiva difficoltà delle specifiche circostanze in cui l’accordo fu raggiunto e la buona fede degli amministratori e la loro “convinzione di bene operare nell’interesse della comunità”, li ha condannati per non aver indetto una procedura concorrenziale, che non è prevista dalla legge, che nessun paese del bacino sciistico ha mai previsto e che lo stesso avvocato del Comune, scelto proprio dall’ex sindaco Rocco Micucci, aveva espressamente ritenuto non percorribile”. A questo punto il sindaco, la sua giunta e il dirigente Santovito “sono certi ed hanno fiducia che la Sezione Centrale della Corte dei Conti riformerà integralmente la sentenza di Igrado, ristabilendo la verità dei fatti ed affermando l’assenza di qualsiasi loro responsabilità; il mancato raggiungimento dell’accordo con MammaRosa, infatti, avrebbe potuto provocare gravissimi danni alla comunità rapinese, con il rischio che i suoi cittadini venissero a subire le conseguenze di pesanti risarcimenti che le casse comunali non sarebbero state in grado di sostenere”.