Tutto è iniziato lo scorso 19 gennaio quando una delle giovani vittime si è fatta coraggio e ha deciso di recarsi nella caserma dei Carabinieri di via Ricciardi per denunciare le angherie che un gruppo di coetanei lo costringeva a subire. I militari si sono messi subito a lavoro, giungendo in poco tempo all’arresto in flagranza di due componnti della banda: due giovani poco più che ventenni residenti a Chieti.
I militari del nucleo operativo della compagnia di Chieti hanno proseguito le indagini e si sono messi sulle tracce degli altri individui ritenuti responsabili di gravi episodi di estorsione compiuti in vari momenti a danno dei ragazzi che solitamente frequentano il centro del capoluogo teatino e la zona della Trinità. L’attività svolta dai Carabinieri ha consentito di raccogliere in breve tempo utili informazioni e, in particolare guadagnarsi la fiducia di un’altra delle vittime, R. L. di 20 anni, che ha deunciato di essere stato ripetutamente vittima delle vessazioni e della richiesta di soldi da parte dei bulli del posto, confidando ai militari che le richieste erano così insistenti da scoraggiarlo dal frequentare il centro della città pur di non fare brutti incontri.
In una occasione, infatti, le loro minacce si sono concretizzate in una vera e propria aggressione e il ragazzo, fermato a muso da tre del “gruppo”, è stato costretto a consegnare il denaro che aveva con sé, pur di non incappare al momento in guai peggiori, per poi denunciare l’accadaduto ai Carabinieri.
Così nella giornata di mercoledì, i militari, individuati i responsabili, su disposizione della magistratura, hanno dato esecuzione alla misura cautelare della sottoposizione degli arresti domiciliari nei confronti di altri due giovani appartenti alla gang: I. F. di 25 anni e E. M. M. di 23. Inoltre le indagini hanno consentito la scoperta di ulteriori episodi che hanno portato nuovi elementi relativamente a uno dei ragazzi arrestati a gennaio, il 23enne J. G., al carico del quale la magistratura ha emesso una ulteriore misura cautelare della sottoposizione agli arresti domiciliari, eseguita sempre nella giornata di mercoledì dai militari dell’Arma teatina.
Francesco Rapino