Era lei, secondo la polizia, che nel maggio 2008, appostata dal terrazzo di un edificio di via San Michele, prendeva di mira i passanti con un fucile caricato a piombini. Una donna, in particolare, era stata ferita a un fianco riportando una prognosi di sei giorni, mentre un’altra era stata sfiorata alla testa. Lunghe e laboriose le indagini degli uomini del commissariato che, trovato subito il fucile, con matricola abrasa e una scatola contenente 200 piombini, hanno dovuto far ricorso a sofisticate analisi di laboratorio sulle impronte digitali per risalire al cecchino.