Si prenota una visita medica e poi, per un motivo o per un altro, non ci si presenta senza neanche disdire l’appuntamento. Sarà capitato a molti, ma sappiate che l’ASL potrebbe volere comunque i soldi del servizio non erogato.
Nella città di Sulmona stanno iniziando ad arrivare ad alcuni cittadini degli avvisi di pagamento per prestazioni mediche non erogate, ovvero visite mediche che poi non sono state effettuate sebbene non siano mai state disdette dal diretto interessato. L’ASL sta mandando il conto anche per casi vecchi di dieci anni. Le prestazioni sanitarie non erogate rappresentano un peso per l’azienda sanitaria che, pertanto, può sentirsi in diritto di inviare gli avvisi di pagamento tramite l’Agenzia delle Entrate.
L’ASL in questo modo richiede agli utenti il saldo di prestazioni che avrebbero dovuto essere effettuate – anche dieci anni fa – ma che non sono state svolte a causa di varie circostanze. La richiesta di pagamento arriva ora, poiché i cittadini interessati non hanno mai provveduto a disdire tali prenotazioni.
Non disdire può costare caro
Un recente caso di avviso di pagamento da parte dell’ASL riguarda un settantenne di Sulmona che ne ha ricevuto uno che gli intimava di pagare una prestazione sanitaria prenotata nel lontano 2014, ma mai effettuata a causa dell’assenza di una disdetta formale. Va sottolineato che nella maggior parte dei casi, la mancata disdetta delle prenotazioni non è imputabile agli utenti stessi. Ci sono circostanze per cui gli utenti non hanno colpe, ad esempio guasti ai macchinari o l’indisponibilità del medico; questi eventi imprevedibili possono comportare la mancata erogazione della prestazione senza che il cittadino ne sia il diretto responsabile.
Senza dubbio, le persone dovrebbero cercare di essere più attente ai loro doveri, ma molte situazioni mettono in luce la necessità di una maggiore chiarezza nel processo di prenotazione e di gestione delle prestazioni sanitarie. Spesso, i cittadini si trovano in difficoltà a causa di problemi logistici o imprevisti che impediscono loro di ricevere la prestazione in modo regolare. A tal proposito, nei mesi scorsi, il Tribunale per i Diritti del Malato, sotto la guida di Catia Puglielli, ha attivato delle iniziative per fornire agli utenti utili informazioni sulle procedure da seguire in queste circostanze.
Il sistema sanitario deve tener conto delle esigenze e delle difficoltà che i cittadini possono incontrare quando prenotano una visita, a maggior ragione se questi sono anziani e quindi poco avvezzi ai metodi più moderni di prenotazione. Vien da sé che se la mancata erogazione della prestazione non è responsabilità dell’utente, quest’ultimo può contestare l’avviso di pagamento.