Ucraina, i profughi ospitati ad Alba Adriatica tra le lacrime: “non vogliamo andare via”

Alba Adriatica. Devono lasciare la struttura che li ha ospitati, per quasi otto mesi. E davanti a loro hanno due scenari: tornare in Patria, dove i bombardamenti proseguono senza sosta, oppure migrare nuovamente.

 

Questa volta in una struttura in provincia di Caserta. Scoramento, rabbia e tanta preoccupazione si respirano tra i circa 100 ospiti di una struttura ricettiva sul lungomare di Alba Adriatica, che ospita rifugiati ucraini (essenzialmente donne e bambini) che in virtù delle nuove regole ministeriali devono andare via. L’ospitalità, come ha ribadito la Protezione Civile, è terminata e quella che, nel corso dei mesi, è diventata la loro casa (anche i bambini sono ospitati nelle scuole) da domani non lo sarà più. Il silenzio e la discrezione che ha connotato la loro presenza ad Alba Adriatica, ma non solo, ora lascia spazio al malessere e alla preoccupazione.

 

La tensione si taglia a fette e questa mattina tanti di coloro che sono stati ospitati nell’albergo di Alba Adriatica, e che entro domani dovranno sloggiare, hanno manifestato tutta la loro preoccupazione. “Noi qui stiamo bene”, racconta una giovane donna, una di quelle che ha una buona conoscenza dell’italiano, ” e non vogliamo andare via”. Diversi ospiti dell’albergo non hanno ancora firmato le autorizzazioni del caso, perchè non vogliono andare altrove. “Siamo davanti ad un bivio che non vogliamo accettare”, dice una mamma con la lacrime agli occhi.

 

” Qui siamo al sicuro e non vogliamo andare in un posto nel quale non abbiamo sicurezze. E’ come un distacco ulteriore da vivere, dopo che la guerra ci ha costretto a lasciare la nostra terra e i nostri affetti”. La Protezione Civile, che ha assicurato nel corso dei mesi ospitalità attraverso le strutture convenzionate, è stata chiara. Il decreto ministeriale fissa regole nuove e o gli ucraini trovano a loro spese una loro sistemazione in Italia, o tornano in Ucraina oppure devono trasferirsi in alloggi a Caserta.

 

E questo entro domani. “Noi non vogliamo trasferirci di nuovo”, è il coro unanime, mentre donne e bambini scendono alla spicciolata dall’albergo e scendono sul lungomare di Alba Adriatica: quella che è diventata la seconda patria dopo essere scappati del teatro della guerra.

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